HomeEritreaQuasi terminata la seconda fase per lo sviluppo dei giacimenti di Collui

Quasi terminata la seconda fase per lo sviluppo dei giacimenti di Collui

Sarebbe in dirittura d’arrivo il completamento della seconda fase del progetto per lo sviluppo della miniera di potassio di Collui, in Eritrea, operato su concessione dalla compagnia mineraria australiana Danakali.

Il Front-End Engineering Design (FEED) è atteso per il mese di giugno, e sarà seguito nelle intenzioni della compagnia dalla fase di costruzione dell’impianto, che, secondo le aspettative, dovrebbe entrare in funzione nel corso del 2022. La produzione di Collui è stimata intorno alle 470.000 tonnellate l’anno nella sua fase iniziale, e sino ad oltre 900.000 tonnellate potenziali qualora si decida di sviluppare una seconda evoluzione degli impianti.

Lo sfruttamento dei giacimenti di Colluli, oggetto di un accordo che prevede una joint venture paritaria tra l’Eritrean National Mining Corporation (ENAMCO) e la compagnia australiana Danakali, prevede di diventare uno dei principali poli industriali del mondo per la produzione di solfato di potassio, caratterizzato da bassi costi di produzione e alta capacità produttiva.

Il consumo di solfato di potassio, da cui vengono prodotti principalmente fertilizzanti, dovrebbe incrementare significativamente nella regione secondo le stime del governo eritreo, soprattutto in conseguenza delle nuove possibilità per il settore agricolo offerte dallo sviluppo della diga GERD in corso di completamento in Etiopia.

La miniera di Collui, ubicata nella depressione della Dancalia a circa 75 Km dalla costa del Mar Rosso, si pone in una posizione baricentrica nel contesto regionale, dove il governo si appresta a sviluppare una rete commerciale terrestre e marittima capace di soddisfare la domanda di un’ampia fascia del continente africano.

Nicola Pedde
Nicola Pedde
Nicola Pedde è il Direttore dell’Institute for Global Studies. Dopo gli studi in Giurisprudenza ha conseguito un Master in International Relations e un PhD in Geografia Economica, concentrando il suo interesse professionale sull’evoluzione delle dinamiche politiche e di sicurezza dei paesi del Golfo Persico.

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