La risposta alla pandemia da coronavirus diventa terreno di propaganda del terrorismo e la radio pro-Al Shabaab Al Andalus ha descritto con enfasi la creazione di una clinica in una zona posta sotto il controllo del gruppo – simbolicamente, i locali scelti erano stati sede di un’Agenzia ONU; l’iniziativa si completa con un servizio di assistenza telefonica “h24”, per la cura a distanza.
Giornalisti locali hanno testato l’iniziativa, ricevendo risposte evasive dall’operatore; la boutade sottolinea come esistano margini per iniziative strutturate nel fornire beni e servizi di base. Inaugurato un impianto fotovoltaico a Mogadiscio della somala Beco (impianto da 8 MW, che la società intende portare a 100), anche la generazione e la conservazione dell’elettricità sono terreno di azione nel Paese, che importa diesel di bassa qualità per i generatori che sopperiscono alla domanda.
Sul piano politico interno si registrano le mosse del Presidente Farmajo, che ha registrato un nuovo partito funzionale alla ricandidatura. Egli sconta rivalità implicite con il Premier Ali Khaire, da stemperare in un progetto unitario che garantisca ad entrambi maggiori prospettive. La traiettoria interseca dinamiche regionali e un esempio lo si rinviene nell’incontro di Gibuti (14 giugno) tra Farmajo e il Presidente del Somaliland Bihi, accompagnati da delegazioni di alto livello soprattutto da Mogadiscio.
Si tenta di rivitalizzare colloqui fermi dal 2015, che ebbero un improvviso momento di riformulazione a febbraio ad Addis Abeba, senza accordi formali. Una riconciliazione è interesse soprattutto etiope a fronte del ritiro emiratino dalle iniziative annunciate nell’ultimo triennio nel Corno, che la pandemia rende più difficili come visto in Libano e Libia. Anche altri si riaffacciano in quest’area e si riformulano ad esempio sulla pianificazione di attività di presenza della flotta russa al largo della Somalia. La politica somala reagisce anche a questi stimoli.