Celebrato il sessantesimo anniversario dall’indipendenza, raggiunto navigando in acque “tempestose”; il Presidente Farmajo incita alla speranza, spirito con cui guardare anche ai colloqui con i leader regionali (5-8 luglio).
I festeggiamenti durano sempre troppo poco. Il 4 luglio un kamikaze alla guida di un veicolo-bomba si è lasciato esplodere a un posto di blocco al porto di Mogadiscio, con vittime civili; non c’è rivendicazione, tiri di mortaio avevano preso di mira lo stadio appena riaperto a fine giugno. Il 29 la Presidente della Commissione elettorale nazionale (NIEC) aveva affermato in Parlamento di non ritenere possibile organizzare il voto previsto nel 2020, dati i ritardi accumulati per tensioni, insicurezza, inondazioni e pandemia. Halima Yarey ritiene necessari “altri 13 mesi” (agosto 2021) per registrare elettori e candidati; se si opterà per la registrazione manuale – e sempre che si inizi subito, si aumentino i fondi alla NIEC e si migliori la sicurezza – si potrebbe votare invece a marzo.
Parte della comunità internazionale ha accolto con favore l’annuncio. Il rinvio potrebbe però alimentare tensioni interne; partiti di opposizione riuniti nel Forum FNP (dei Partiti Nazionali) respingono la proposta e chiedono anzi le dimissioni della Presidente NIEC; il Forum già accusava Farmajo di voler sfruttare la pandemia per prolungare indebitamente il proprio mandato, in scadenza a febbraio 2021. Difficile si verifichino disordini immediati, ma certo la situazione non aiuta e gli al Shabaab potrebbero lanciare altri attacchi, minando una delle condizioni per il voto.
L’andamento dei colloqui tra Governo e controparti regionali potrà dare il polso delle opposizioni e dei rischi. Non mancano altri fronti di tensione anche internazionale, come la denuncia contro l’Iran per la pesca illegale in acque somale, che rispolvera vecchie accuse. Indizi di normalità sono invece nel ritorno dei voli diretti della Turkish su Mogadiscio e dei voli interni, finora sospesi per contenere i contagi.