Come paventato dal Segretario di Stato Mike Pompeo nel corso della visita a Khartoum del 25 agosto scorso, gli Stati Uniti hanno deciso di sospendere aiuti economici all’Etiopia per un valore di circa 130 milioni di US$.
La decisione è stata presa dal Presidente Donald Trump come conseguenza dell’avvio da parte dell’Etiopia del riempimento del bacino della diga GERD senza un preventivo accordo con le controparti sudanesi ed egiziane, dimostrando tuttavia come il peso dell’Egitto come alleato regionale di Washington abbia influito in modo decisivo nell’adozione del provvedimento.
I fondi sospesi all’Etiopia dal governo statunitense sono inseriti in un capitolo di spesa del Dipartimento di Stato destinato alla lotta al terrorismo e non pochi anche negli Stati Uniti hanno giudicato la decisione come un errore, determinandosi in tal modo un minore impegno dell’Etiopia sia in Somalia quanto più in generale sul piano regionale nella lotta al terrorismo soprattutto di matrice qaedista.
L’ufficio del primo ministro etiopico Abiy Ahmed non ha rilasciato commenti sull’accaduto, mentre il Ministro delle Finanze Eyob Tekalign ha formalmente richiesto agli Stati Uniti spiegazioni in merito alla decisione della temporanea sospensione degli aiuti. Il ministro ha aggiunto di ritenere la questione una crisi di breve durata, dichiarandosi certo della imminente revoca della sospensione.
Controverse, invece le reazioni a Washington sull’accaduto. Mentre una parte della dirigenza del Dipartimenti di Stato considera la mossa della sospensione dei fondi come un grave errore nei confronti di uno storico alleato politico degli Stati Uniti, altri sostengono che sia invece necessario inviare un segnale al premier Abiy Mohammed sia sulla questione della diga GERD, sia sulla repressione attuata nei confronti delle opposizioni e per il crescente autoritarismo. Le tensioni etniche all’interno del paese allarmano Washington, e non in pochi attribuiscono la responsabilità di questa escalation alla visione politica del premier.
I colloqui tripartito sulla diga, invece, riprenderanno il prossimo 14 settembre, favoriti anche dal costante sforzo dell’Unione Africana nella ricerca di una soluzione di compromesso.