Il gioco dell’oca è un passatempo antico, efficace nel trasporre la vita reale: momenti buoni per rapide fughe in avanti si alternano ad altri avversi, che costringono invece ad arretrare. Le sorti politiche in Somalia appaiono egualmente ondivaghe.
L’incontro in programma (2 settembre) tra il Presidente Farmajo e i leader di Oltregiuba e Puntland – con colloqui a Villa Somalia a Mogadiscio – è stato annullato poco dopo l’inizio. Conclusa la cena e prima di poter affrontare il tema-chiave delle elezioni, Madobe avrebbe chiesto il ritiro dei 700 militari addestrati dai turchi e schierati nel Gedo, che più volte si sono scontrati con gli uomini di Madobe nel sud. Con Deni, egli avrebbe inoltre chiesto che anche i vertici di Hirshabele, Southwest e Galmudug partecipassero all’incontro, che sarebbe divenuto così una riedizione del format di Dusamareb nonostante entrambi abbiano boicottato quei lavori.
Secco il rifiuto di Farmajo. Resta una generica disponibilità, ma non mancano critiche a Farmajo fatte trapelare sulla stampa locale, circa forzature sui delegati e dunque il “peso” di ciascuno Stato regionale nelle Istituzioni federali. Gli avversari del Presidente cercano di mantenere dominante l’elemento clanico nel sistema elettorale; manca inoltre ancora un Primo Ministro e con buona probabilità non è voluto legittimare un potere pressoché assoluto nelle mani del Presidente. Non si riportano particolari animosità e un compromesso resta possibile; non è stata però indicata una data per un eventuale futuro incontro.
Tra gli eventi di sicurezza spicca l’assalto alla base AMISOM eretta presso l’aeroporto di Barawe, respinto con difficoltà dato che gli attaccanti sono giunti con lanciamissili RPG e mitragliatrici; a Sanguni, nell’Oltregiuba, militanti hanno inoltre attaccato una base JSF, venendone anch’essi respinti. L’intelligence somala fa trapelare questi eventi siano frutto di una lotta per il potere al vertice del gruppo, mentre giungono nuovi rinforzi per le azioni di contrasto: dagli Stati Uniti tramite AMISOM; dalla Turchia direttamente con forniture di blindati BMC Kirpi e pick-up Mitsubishi Triton all’Esercito somalo. Ankara agisce nell’ambito degli accordi bilaterali che formalizzarono anche una base militare a Mogadiscio, poi aperta a settembre 2017.