I leader regionali sono ritornati a Villa Somalia per i dettagli dell’accordo sul voto, in merito a calendario e composizione della commissione elettorale da insediare ad hoc per il voto. Le legislative inizieranno il 1° novembre; l’elezione del Presidente è prevista a febbraio 2021.
Di rilievo incidenti nel Gedo alla frontiera con il Kenya; proteste sono iniziate a Beled-Hawo, El-Wak e Garbaharey (25-28 settembre) contro la presenza di Forze straniere, attualmente circa 3.600 unità. Esse sono ritenute responsabili di violenze e in ultimo del rapimento e della morte di tre civili falsamente accusati di terrorismo. Le tensioni sono culminate in uno scambio di colpi d’arma da fuoco lungo il confine, dopo che militari kenioti avrebbero aperto il fuoco sui manifestanti per impedire loro di sconfinare.
Nairobi, anche tramite Madobe Presidente dell’Oltregiuba, resta contraria a Mogadiscio e un ulteriore esempio si è avuto nella visita in Francia di quel Presidente Kenyatta, tassello ed estensione della rivalità di Parigi con Ankara. Cancellato il debito bilaterale di circa un miliardo di dollari, mentre Washington continua con il FMI e la Banca Mondiale il processo di re-inclusione della Somalia nella comunità finanziaria internazionale, Kenyatta ha invece pubblicamente affermato di non voler approvare attacchi di droni USA contro militanti di Al Shabaab a Garissa e Lamu sul territorio keniota.
Il Kenya desidera con tutta evidenza sottolineare come la minaccia sia diminuita dal proprio lato della frontiera, dopo l’attacco alla base militare di Manda Bay a gennaio. Si tratta anche di ridimensionare la normalizzazione somala, dati i numerosi contenziosi bilaterali ancora aperti.
La normalizzazione prosegue peraltro sempre a strappi: il 30 settembre, 8 terroristi sono stati uccisi in un’operazione militare a Leego nel Basso Scebelli, a 120 km a nord-ovest di Mogadiscio; due tra loro erano considerati esponenti di spicco del movimento terrorista. Al Shabaab ha poi rivendicato l’azione kamikaze condotta da una donna a Mogadiscio contro Forze di sicurezza.