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Stemperata a malapena la tensione con il Kenya, cresce la competizione sulle scadenze elettorali.

Diminuita la tensione diplomatica con il Kenya, non del tutto quella militare al confine, Mogadiscio ha dovuto accettare che la questione fosse troncata in ambito IGAD. Qui è riemersa anzi la richiesta a Farmajo a concentrarsi sul calendario elettorale. In risposta, risultano intensificati i contatti con controparti turche.

L’arrivo di un migliaio di fucili d’assalto G3 e di 150.000 munizioni all’unità Harma’ad della Polizia somala intorno alla metà di dicembre è letto come l’ennesima posizione pro-Farmajo di Ankara, che l’opposizione denuncia con forza. Il modo è sempre poco produttivo, ma emerge la crescente polarità di questa presenza, prima ben accetta a un ventaglio più ampio di attori. La visita del Ministro della Giustizia Nur ad Ankara e la “calorosa” accoglienza rinfocolano la polemica, in contemporanea all’arresto di manifestanti a Mogadiscio a opera proprio delle Harma’ad.

Sostegno alla continuità istituzionale è stato ribadito dal Presidente cinese Xi – e non è inaspettato; Pechino non gradirebbe l’indebolimento del contrasto al regionalismo che Farmajo porta innanzi di intesa con il Premier etiope Abiy e il Presidente eritreo Afwerki e a fronte delle aperture ad esempio al Somalland da Taiwan. Il plateale avvio del ritiro dei soldati USA con arrivo di un Gruppo Navale dedicato al trasferimento in altre basi regionali in Kenya e Gibuti (operazione Octave Quartz) è in questo una nota stonata, che evidenzia quanto poco sia stato fatto in materia di sicurezza nazionale. Al Shabaab ha anzi rivendicato di aver rapito e decapitato il capo di un gruppo di villaggi nel nord-est del Kenya, mentre quelle Forze Armate hanno reagito con l’uccisione di almeno 4 terroristi. Il dato negativo è solo in parte bilanciato dalla pubblicità data a un nuovo raid statunitense contro una base degli Al Shabaab, nel Sud presso Saakow.

L’avvio delle procedure di voto per la Camera Alta è ormai imminente e atteso tra il 31 dicembre e il 6 gennaio con registrazione dei candidati per la Camera Bassa dal 7 gennaio. Anche questo resta motivo di tensione con l’opposizione e con Puntland e Oltregiuba e resterà una nota caratteristica nelle settimane a venire.

Vincenzo Palmieri
Vincenzo Palmieri
Vincenzo Palmieri è un Senior Analyst per l’Africa dell’Institute for Global Studies, dove si occupa prevalentemente di Africa Orientale. Analista politico di una grande multinazionale, il suo ambito di esperienza professionale verte sull’analisi dei sistemi politici e delle dinamiche di crisi del Medio Oriente e dell’Africa.

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