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Completato il ritiro delle Forze USA, la Somalia resta a metà del guado

È stato completato il ritiro dei militari statunitensi dalla Somalia, decisione che potrà essere rivista dalla nuova Amministrazione Biden. È atteso ad ogni modo un cambio solo parziale e di atteggiamento, più che della strategia volta a contrastare il terrorismo; al contempo, questa decisione segnala un arretramento in Somalia e potrà comportare ritardi nella preparazione delle Forze di sicurezza nazionali, stante anche il prossimo ritiro di AMISOM (Missione dell’Unione Africana per la Somalia). Una nuova base turca nel sud ovvierà in parte alla temuta involuzione, permettendo in ipotesi di evitare il trasferimento in Turchia dei cadetti in via di completamento dei loro corsi e una maggiore tempestività di intervento in supporto alle Forze somale.

Il quadro politico resta parimenti ingarbugliato, mentre continua il tour del Premier Roble volto a organizzare in breve il voto – anche con incontri con una delegazione ONU a Baidoa – avendo già mancato l’appuntamento del 2020 secondo un sistema maggioritario a suffragio universale e scontando tuttora forti perplessità sul meccanismo in essere. L’opposizione continua a temere brogli e restano le tensioni in specie regionali. Il terrorismo degli Al Shabaab continua infine a manifestarsi nell’interno, anche con azioni eclatanti tra cui ad esempio quella con cui elementi violenti hanno brevemente preso il controllo del villaggio di Hosh presso Beledweyn (Mudug) il 14 gennaio; in un attacco con esplosivo nel Gedo è stato inoltre ferito un alto ufficiale dell’Esercito somalo.

Il Paese non è più quello del 2007: nonostante le difficoltà vi è fiducia sulla terza tornata elettorale in un decennio; la riscossione delle entrate è migliorata; è migliorata inoltre la gestione della giustizia. Allo stesso tempo, la decisione di procedere con il ritiro così palesemente rappresenta un monumento alla incompiutezza della transizione interna guidata da Farmajo; alla incapacità dei partiti di opposizione di promuovere alternative per la politica e la società somala; alla mancanza di indirizzo positivo da parte della comunità regionale e internazionale.

Vincenzo Palmieri
Vincenzo Palmieri
Vincenzo Palmieri è un Senior Analyst per l’Africa dell’Institute for Global Studies, dove si occupa prevalentemente di Africa Orientale. Analista politico di una grande multinazionale, il suo ambito di esperienza professionale verte sull’analisi dei sistemi politici e delle dinamiche di crisi del Medio Oriente e dell’Africa.

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