L’Ambasciatrice Khaterine Tai, rappresentante del Ministero del Commercio degli Stati Uniti, ha informato il ministro keniano dell’Industrializzazione, Commercio e Sviluppo d’Impresa, Betty Maina, dell’intenzione da parte del governo statunitense di rivedere gli accordi commerciali definiti dalla precedente amministrazione Trump.
L’amministrazione Biden, nelle parole del Ministero per il Commercio USA, intende accordare priorità alle politiche commerciali che offrono risultati tangibili per i cittadini americani, lasciando intendere che il Trattato di Libero Scambio con il Kenya annunciato da Trump nel febbraio del 2020 potrebbe non essere portato a compimento.
Una doccia fredda per il Kenya, che auspicava di stipulare il trattato con gli Stati Uniti prima della scadenza dell’African Growth and Opportunity Act (AGOA), prevista per il 2025.
Al tempo stesso, però, il Fondo Monetario Internazionale ha approvato il 3 aprile un pacchetto triennale finanziario da 2,34 miliardi di US$ a favore del Kenya, finalizzato a sostenere l’agenda post-Covid del governo.
Il programma sarà accompagnato da una politica di rafforzamento della trasparenza e della certificazione economico-finanziaria del paese, onde evitare un peggioramento del rating del Kenya, recentemente collocato da Fitch nella categoria “B+”.
Contro l’erogazione del prestito garantito dal Fondo Monetario Internazionale, tuttavia, è stata avviata una campagna attraverso la raccolta di firme promossa di Jefferson Murray, che ha raggiunto in pochi giorni le 150.000 adesioni.
La campagna si oppone al prestito ritenendo il paese impreparato per la gestione amministrativa e contabile, a forte rischio di corruzione e, quindi, destinato ad aggravare la già pesante condizione del debito pubblico nazionale.