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Il presidente dell’Eritrea Isaias Afewerki si reca in visita di stato in Sudan

Il presidente dell’Eritrea Isaias Afewerki si reca in visita ufficiale in Sudan, al culmine di un intenso periodo di missioni reciproche caratterizzate dalla visibile volontà di individuare una strategia per la stabilizzazione della regione.

Il presidente dell’Eritrea Isaias Afewerki si è recato in visita di Stato in Sudan dal 4 al 6 maggio, accompagnato ministro degli esteri Omar Saleh e dal consigliere presidenziale Yemane Ghebreab.

La visita si inserisce nel solco dei frequenti scambi bilaterali tra l’Asmara e Khartoum, in un difficile momento delle relazioni regionali in conseguenza del conflitto in Tigrai e delle dispute tra l’Etiopia e il Sudan sia nell’area del Benishangul Gumuz in merito alla questione della diga del GERD, sia nell’area dell’Al Fashaga dove la questione confinaria e la presenza degli agricoltori etiopici ha innescato pericolose tensioni.

Giunto in Sudan nelle prime ore del pomeriggio, il presidente eritreo è stato accolto all’aeroporto di Khartoum dal suo omologo Gen. Abdel Fattah al Burhan, presidente del Consiglio Sovrano del Sudan, insieme al ministro degli esteri Meriem Al Sadiq Al Mahdi e numerosi alti esponenti del governo.

Il presidente eritreo è stato subito condotto al palazzo presidenziale di Aljenhuria, dove si è tenuto il primo incontro ufficiale della visita, con il Gen. Al Burhan e le delegazioni ministeriali.

I toni dell’incontro sono stati estremamente cordiali, ed entrambi i capi di stato hanno voluto sottolineare il reciproco impegno per il rafforzamento delle relazioni bilaterali. Le relazioni tra Sudan ed Eritrea sono state definite come eccellenti ed è stato esplicitamente richiamato l’accordo di cooperazione firmato tra i due paesi, per la promozione di strategie comuni nel settore della politica estera, dell’economia, degli affari sociali e della sicurezza, rinnovandone l’importanza e il successo.

A margine delle formalità cui ha avuto accesso la stampa, è verosimile che i due uomini politici abbiano discusso più nel dettaglio delle questioni più spinose sul piano della sicurezza regionale, e in modo particolare quelle che interessano il rapporto bilaterale tra il Sudan e l’Etiopia.

Isaias Afewerki, sebbene in modo informale e discreto, è da tempo impegnato in un intenso ruolo di mediazione a favore dell’Etiopia, nel tentativo di ricucire il rapporto tra Addis Abeba e Khartoum, fortemente logoratosi intorno ai due spinosi dossier della diga del GERD e delle contese confinarie nell’area dell’al Fashaga.

Nel tardo pomeriggio del 4 maggio il presidente Afewerki si è incontrato con il Primo Ministro sudanese Abdalla Hamdok, con il quale ha discusso dell’importanza di un processo di integrazione regionale atto a favorire la soluzione di problemi comuni di tutti i paesi del Corno d’Africa. Hamdock e Afewerki hanno convenuto sulla necessità di lavorare congiuntamente a pochi  ma concreti programmi bilaterali, nell’ottica di rafforzare la cooperazione e quella capacità di integrazione regionale che entrambi auspicano di promuovere a più ampio raggio.

Il 5 maggio, infine, il presidente eritreo si è incontrato con il ministro degli esteri del Sudan, Meriem Al Sadiq Al Mahdi, con la quale ha discusso del coordinamento dei programmi diplomatici e delle principali questioni di interesse regionale.

La continuità degli scambi di visite bilaterali tra il Sudan e l’Eritrea, particolarmente intensi nel corso dell’ultimo anno, rappresenta un segnale molto positivo sul piano del dialogo regionale, confermando un aspetto spesso ignorato o sottaciuto della capacità politica di Isaias Afewerki. A dispetto della postura silenziosa e defilata dell’Asmara sul piano internazionale, il lungo isolamento dell’Eritrea ha subito un’evoluzione importante in concomitanza con l’ascesa politica di Abiy Ahmed alla carica di primo ministro dell’Etiopia, conferendo al paese una capacità di mediazione e un ruolo di promozione multilateralismo in larga misura ancora misconosciuto soprattutto dalle principali cancellerie europee.

Un’evoluzione che scaturisce tanto dal mutato contesto regionale – in particolar modo con il venir meno della capacità del TPLF in Etiopia – quanto da una fase di trasformazione della politica domestica eritrea, che la comunità internazionale dovrebbe analizzare con maggiore attenzione ed una più accurata capacità di sintesi.

Nicola Pedde
Nicola Pedde
Nicola Pedde è il Direttore dell’Institute for Global Studies. Dopo gli studi in Giurisprudenza ha conseguito un Master in International Relations e un PhD in Geografia Economica, concentrando il suo interesse professionale sull’evoluzione delle dinamiche politiche e di sicurezza dei paesi del Golfo Persico.

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