Nairobi ha avviato giovedì un dialogo con Mogadiscio nel tentativo di scongelare i disordinati rapporti che hanno visto aumentare le tensioni tra le due nazioni confinanti. Il Kenya ha revocato il divieto di voli diretti da e per la Somalia, che doveva durare almeno fino al 9 agosto alleviando così l’incubo di viaggio dei passeggeri che erano dall’11 maggio costretti ad usare la tratta di Addis Abeba, più lunga e costosa.
I voli erano stati interrotti senza una motivazione ufficiale ma indiscrezioni volevano che la mossa fosse legata all’ostruzionismo di Mogadiscio su alcuni voli commerciali provenienti dal Kenya, in particolare il commercio di khat, molto usata nella zona.
Il ripristino della tratta aerea è invece arrivato con un comunicato da Nairobi che sostiene la volontà di normalizzare i rapporti turbolenti che vanno avanti da anni e che si sono riacutizzati da dicembre 2020.
John Gachie, esperto del corno d’Africa, sostiene che la mossa di riavvicinamento sia obbligatoria in questo momento per il Kenya, in quanto fattori riguardanti il commercio (la Somalia è il principale importatore di khat dal Kenya) e la sicurezza sono facilitati da una normalizzazione dei rapporti con Mogadiscio.
Inoltre nei giorni precedenti la Somalia aveva accusato il Kenya di aver condotto degli attacchi militari sul suolo Somalo (il Kenya partecipa al AMISOM, l’organizzazione militare africana per la difesa della Somalia da Al-Shabaab) e di aver ucciso dei civili. Per questo Mogadiscio aveva già posto un blocco all’intervento militare del KDF, le forze armate keniote, senza la sua autorizzazione. Sul caso l’AMISOM sta indagando e il Kenya non ha rilasciato alcuna dichiarazione.
La mossa di Nairobi sembra quindi quella di evitare una nuova escalation nei rapporti con il vicino. La risposta della Somalia è stata conciliante e si è detta disposta ad accettare questo tentativo di riavvicinamento come base da cui partire nel vicino futuro per riprendere pienamente i rapporti diplomatici.