Al termine della missione diplomatica di Gibuti in Russia della scorsa settimana, il ministro degli esteri Mahmoud Ali Youssouf ha confermato alla stampa moscovita di aver espressamente invitato il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov a visitare Gibuti, presumibilmente entro la fine dell’anno.
L’invito, atto a rafforzare il tentativo di riavvicinamento alla Russia da parte del presidente Ismail Omar Guelleh, potrebbe idealmente condurre ad una visita ufficiale della diplomazia russa a Gibuti tra il mese di novembre e dicembre, consolidando il processo di dialogo lanciato dal paese del Corno d’Africa con la sua recente missione diplomatica.
Commenti largamente positivi hanno accompagnato, sulla stampa russa, la missione del ministro degli esteri di Gibuti a Mosca, ventilando la possibilità di imminenti sviluppi sul piano della collaborazione economica e del mercato del turismo.
Altrettanto positivi sono stati i commenti alle proposte gibutiane per i temi di discussione del prossimo Russia-Africa summit del 2022, che si terrà sul continente africano e che intende porsi come linea di continuità della strategia continentale di Mosca.
Gibuti cerca di attrarre l’interesse della Russia verso le proprie infrastrutture portuali, sfruttando la strategica collocazione geografica all’imbocco del Mar Rosso, che chiaramente rappresenta motivo di interesse soprattutto sul piano della sicurezza marittima.
L’apertura di Gibuti alla Russia rischia tuttavia di determinare ulteriori perplessità nel rapporto con gli Stati Uniti, che non hanno commentato la visita del ministro degli esteri a Mosca ma che hanno da tempo espresso le proprie riserve nei confronti del pragmatismo politico di Gibuti, grazie al quale è stata inaugurata nel paese una importante base militare cinese.