Il Consiglio di Amministrazione del fondo Monetario Interazionale (FMI) ha annunciato il 29 giugno che il Sudan ha raggiunto i risultati attesi per lo sblocco della cancellazione di 56 miliardi di dollari di debiti, raggiungendo in tal modo l’assicurazione sugli impegni finanziari atti a garantire la cancellazione di un importo equivalente di debito da parte di Khartoum.
Questo risultato consentirà al Sudan anche di avere accesso a finanziamenti internazionali a basso costo e a determinare le condizioni per lo sviluppo di una strategia di crescita “sostenuta e inclusiva”, nelle parole del FMI.
Secondo i vertici dell’organismo finanziario internazionale, il Sudan è giunto adesso quasi al risultato della compliance con le prerogative concesse agli High Indebted Poor Countries (HIPC), potendo quindi a breve accedere ad una significativa riduzione del debito capace di sbloccare i finanziamenti internazionali.
È stato altresì cancellato il 24 giugno il tasso di cambio doganale, come ultimo elemento della strategia nazionale per la svalutazione della valuta locale, mentre il 28 giugno gli Stati Uniti hanno annunciato il ritorno alla normalità nelle relazioni con il Sudan. L’incaricato d’affari dell’ambasciata USA a Khartoum, Amber Baskett, ha confermato che la decisione è stata presa a Washington in conseguenza dei risultati ottenuti dal governo di transizione.
Apprezzamento per la decisione è stato espresso dal ministro degli esteri sudanese, Maryam al-Sadiq, che plaude alla decisione degli Stati Uniti e si rallegra della contestuale pronuncia del FMI.
Solo pochi giorni prima, il Sudan aveva apertamente lamentato i ritardi nelle decisioni da parte del FMI, menzionando contestualmente l’elevato costo sociale degli accordi stipulati con Israele e la possibilità di una loro revisione qualora i benefici economici da parte del FMI avessero tardato a materializzarsi.