Gli ultimi eventi legati all’attività delle reti del terrorismo sono rappresentati in Somalia da un attentato suicida alla periferia nord di Mogadiscio e dall’avanzata nell’interno del Puntland e nel Mudug. Una esplosione letale che ha preso di mira un locale frequentato da civili e la conquista militare di due villaggi sono riferite l’una agli Al Shabaab e l’altra alla branca che professa la propria affiliazione allo Stato Islamico. Altre violenze sono state commesse nel Bay e nel sud lungo il basso Giuba, mentre l’Esercito riferisce di aver respinto due ulteriori attacchi nel Basso Scebelli.
Gli eventi in Afghanistan possono costituire un incentivo a riprendere con maggior vigore le azioni di insorgenza e anche ravvivare la competizione tra gruppi violenti. È poco probabile che sia tuttavia modificata la sostanza della minaccia del terrorismo in Somalia. Ad ora essa tende a sfociare in azioni di corto respiro, che confermano come in ampie aree nel centro e nel sud del Paese il controllo delle Autorità federali e locali resti incerto – ma entro un quadro di somiglianze che sono sempre state tutto sommato superficiali.
Più decisiva appare l’attenzione che la comunità internazionale può dedicare al Corno d’Africa per frenarvi eventuali involuzioni. L’Afghanistan è accostato infatti alla Somalia anche in merito alla cooperazione, perché costituisce un monito ai grandi progetti internazionali di assistenza umanitaria, destinati a fallire se privi delle condizioni di sicurezza, di adeguato controllo e di partecipazione locale in un quadro frammentato e instabile.
Quanto alla politica interna si registrano poche novità prima dell’inizio delle elezioni per la Camera Bassa. Il percorso resta indirizzato al voto, sebbene le operazioni preliminari procedano a rilento.
A tenere banco sul piano internazionale è invece la visita ufficiale in tre giorni del Premier Roble in Egitto, per incontri con l’omologo Madbouly e poi con quel Presidente Al Sisi. Le discussioni sono riferite come cordiali.
Seppure non vi sia una revisione del rapporto strategico di Mogadiscio con Addis Abeba, l’apertura di un canale diplomatico con il Cairo è uno sviluppo degno di attenzione. Esso giunge nel decennale della ripresa della presenza in forze della Turchia in Somalia; Roble non ha presenziato alla cerimonia organizzata in merito dal Presidente Farmajo: un segnale di distanza tra i due leader politici, più che tra i Governi.