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In Etiopia il TPLF minaccia Gondar, centro nevralgico verso il Sudan e il Tigrai occidentale

In Etiopia le forze del TDF continuano ad avanzare nella regione Afar e in quella Amhara, dove sono giunte in prossimità dell’importante centro di Gondar. Se questo dovesse cadere, le forze Amhara ancora presenti nel Tigrai occidentale si troverebbero isolate e senza alcuna speranza di poter resistere al TPLF.

Il 20 agosto in Etiopia le forze tigrine del TDF sono entrate nel distretto di Berahle, nella regione Afar, scontrandosi poco dopo con le locali forze di sicurezza regionali. Secondo quanto riferito da fonti locali, non sarebbero presenti in loco unità dell’esercito federale.

Lo scorso 14 agosto, tuttavia, il vertice del Comando Orientale delle forze federali, il Gen. Belay Seyoum, aveva riferito di intensi combattimenti nello stato Afar tra le forze federali dell’ENDF e quelle del TDF, con il risultato di una sconfitta tigrina costata oltre 300 morti. Notizia sulla cui veridicità non in pochi hanno espresso perplessità.

La regione dell’Afar, al netto delle notizie che la riguardano in merito ai combattimenti, conferma la sua crescente centralità nell’evoluzione della crisi etiopica, non limitandosi agli effetti del solo conflitto in Tigrai quanto anche espandendosi a sud al confine con la regione dei Somali. Oltre 300 etiopici di etnia somala sarebbero stati uccisi dalle milizie Afar alla fine dello scorso mese di luglio, all’apice di una crisi che secondo i vertici del TPLF è artificialmente alimentata dal governo federale per bloccare – senza assumersene la responsabilità – la linea ferroviaria di collegamento con Gibuti, attraverso la quale transita la gran parte degli aiuti umanitari diretti in Tigrai.

Sul fronte del conflitto nella regione dell’Amhara, invece, il 19 agosto le forze del TDF avrebbero raggiunto la cittadina di Debre Tabor, spingendosi in tal modo in profondità a sud rispetto alle posizioni raggiunte la scorsa settimana, presso Woldiya.

La cittadina di Debre Tabor si trova lungo l’asse viario dell’autostrada B22, che si immette sull’arteria A3 a metà distanza tra Bahar Dar e Gondar, a soli 100 Km a sud di quest’ultima. Questo potrebbe permettere alle forze del TDF di accerchiare la città di Gondar da tra direzioni (sud, est e nord), e l’eventuale conquista taglierebbe ogni possibilità di collegamento con il nord-ovest della regione Amhara e con le regioni occidentali del Tigrai, isolando completamente le milizie Amhara e Somali dislocate in tale posizione.

Il 16 agosto scorso, il capo dell’ufficio per la comunicazione del governo della regione Amhara, Gizachew Muluneh, ha tenuto una conferenza stampa per illustrare gli sviluppi della crisi nella regione, sostenendo che le forze Amhara combattono contro quelle tigrine del TDF, a loro volta alleate dell’Oromo Liberation Front (OLF) e del Fronte di Liberazione del Benishangul.

Gizachew ha definito il TPLF come aggressore, accusando le sue forze militari (il TDF) di aver pianificato un’invasione tanto della regione dell’Amhara quanto di quella Afar. In particolar modo, l’obiettivo del TDF sarebbe stato quello dell’area del Benishangul, dove avrebbe fomentato disordini e violenza insieme alle forze ribelli locali.

Il bollettino del conflitto fornito da Gizachew è drammatico. Le forze Amhara sono impegnate in combattimento in tre distinte aree. La prima è quella che include a sud di Gondar il tratto stradale della B22 tra Gayint, Farta, Guna, a sud di Gayint, di fatto circondando la cittadina di Debre Tabor; la seconda quella del Wollo settentrionale, anche in questo caso nel tratto orientale della B22, tra le località di Koreman Alamata Kobo e Mekit Gashena; la terza infine nel Benishangul Gumuz, in prossimità di Guba Lafto, a pochi chilometri dalla diga del GERD e del confine con il Sudan.

Anche la zona a nord di Gondar sarebbe interessata da un crescente numero di scontri, di fatto confermando che i comunicati diramati dal TPLF non si discostano molto dal vero nei termini in cui descrivono l’andamento del conflitto, rendendo la conquista di un importante centro come Gondar ormai alla portata delle forze tigrine. Se ciò accadesse, il TDF riuscirebbe ad isolare del tutto le forze Amhara e Somali nel Tigrai occidentale, impedendone il rifornimento e rendendole estremamente vulnerabili.

I toni del portavoce Amhara hanno enfatizzato la capacità di resistenza delle locali forze, il conseguimento di importanti successi e la determinazione a non cedere di fronte al tentativo di invasione tigrino, non riuscendo tuttavia ad apparire in alcun modo convincenti e non fornendo alcuna evidenza degli annunciati – ma non confermati – successi militari sul campo in diverse località. L’andamento del fronte, in virtù della descrizione stessa fornita da Gizachew, indica al contrario una vera e propria disfatta lungo un’ampia linea di fuoco tra le forze del TPLF e quelle Amhara, sostenute da alcune unità delle milizie Somali e, sembrerebbe, una sparuta presenza dell’ENDF.

Nessun riferimento è stato fatto da Gizachew Muluneh in merito alla presenza di forze Amhara nel Tigrai occidentale, così come alla possibilità di un accerchiamento delle stesse qualora dovesse cadere la città di Gondar o gli assi stradali che dall’antica capitale si snodano verso nord, rappresentando di fatto l’unico accesso carrabile vero il Tigrai occidentale.

Il 21 agosto, infine, una controffensiva sostenuta dall’esercito federale e delle forze Amhara, avrebbe arrestato l’avanzata tigrina nell’area di Gayint, con la riconquista di alcuni avamposti, determinando uno stallo nei combattimenti.

Nicola Pedde
Nicola Pedde
Nicola Pedde è il Direttore dell’Institute for Global Studies. Dopo gli studi in Giurisprudenza ha conseguito un Master in International Relations e un PhD in Geografia Economica, concentrando il suo interesse professionale sull’evoluzione delle dinamiche politiche e di sicurezza dei paesi del Golfo Persico.

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