La Tunisia sembra intenzionata a proporre nuovamente al Consiglio di Sicurezza dell’ONU una nuova risoluzione in merito alla diga del GERD, dopo le due già proposte – in accordo con l’Egitto – e non sostenute dalla maggioranza dei membri.
Il ministro degli Esteri e vice primo ministro etiopico, Demeke Mekonnen, ha incontrato il 26 agosto ad Addis Abeba gli ambasciatori degli stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, invitandoli e respingere la proposta di risoluzione che la Tunisia si accinge a presentare nel corso dei prossimi giorni.
Secondo l’Etiopia, l’orientamento generale delle Nazioni Unite – emerso anche in occasione dell’ultima riunione sull’argomento dello scorso luglio – è sempre stato quello di invitare i tre paesi coinvolti (Etiopia, Egitto e Sudan) a definire una soluzione amichevole tramite colloqui multilaterali tra loro, con il sostegno dell’Unione Africana.
La Repubblica Democratica del Congo, inoltre, è impegnata proprio in questo momento nella definizione di proposte da sottoporre ai tre paesi nell’ambito di colloqui promossi in seno all’Unione Africana.
L’Egitto, al contrario, cerca di approfittare della presenza della Tunisia quale membro temporaneo del Consiglio di Sicurezza per veicolare la proposta di una risoluzione che allarghi il contesto entro il quale portare il negoziato e costringere l’Etiopia a firmare un accordo vincolante per la gestione del bacino idrico della diga, rendendolo a quel punto secondo Addis Abeba di difficile soluzione l’intera faccenda.
L’orientamento dei membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, nelle due precedenti riunioni sul GERD promosse dall’Egitto con il contributo della Tunisia, hanno evidenziato una postura generale dei membri generalmente contraria alla possibilità di perseguire la strada di una risoluzione su una materia di tale natura. L’ultima espressione, decisamente netta, di questa posizione è stata espressa lo scorso luglio, e non si comprende quindi cosa l’Egitto e la Tunisia ritengano di poter ottenere di diverso a così poco tempo dalla precedente proposta di una risoluzione.