Il 3 settembre il presidente dello stato federale del Tigrai, Debretsion Gebremichael, ha divulgato una lunga intervista nella quale ha voluto spiegare le ragioni del conflitto in Etiopia e l’evoluzione della crisi vista dalla parte del TPLF.
Gebremichael accusa senza mezzi termini Abiy Ahmed di aver tradito e sabotato la stabilità della federazione etiopica attraverso il tentativo del Partito della Prosperità di isolare ogni forza a lui ostile e, soprattutto, contraria alla sua visione centralista e nazionalista dello stato.
La criminalizzazione del TPLF e del Tigrai, funzionale secondo Gebremichael al perseguimento degli obiettivi di potere del primo ministro, ha condotto in breve tempo alla guerra e alla rovinosa evoluzione che questa ha portato per la stabilità del paese.
La guerra nel Tigrai è stata definita espressamente come “genocida”, condotta con il concorso delle forze eritree e di quelle regionali dell’Amhara, che ancora occupano l’intera parte occidentale della regione del Tigrai.
Il primo ministro Abiy Ahmed viene poi accusato di aver dapprima provocato l’intervento militare, poi averlo minimizzato agli occhi dell’opinione pubblica internazionale come “un’operazione di polizia” e infine di aver nuovamente tentato la via dell’inganno attraverso la dichiarazione unilaterale per un cessate il fuoco, che, in realtà, ha nascosto solo una fase riorganizzativa delle forze dell’ENDF dopo la sconfitta subita sul terreno in Tigrai.
Gebremichael ha poi fatto riferimento alla grave crisi umanitaria in corso nella regione, definendola come il prodotto dell’accerchiamento determinato dal governo di Addis Abeba e dai suoi alleati. Un accerchiamento che ha determinato un blocco completo, tanto sul piano alimentare e degli aiuti umanitari quanto anche sul piano economico, delle comunicazioni e dei trasporti. Quasi un milione di persone si troverebbero di conseguenza interessate dall’emergenza alimentare e dalla carenza di cure mediche, e questo ha costretto le forze del TDF a cercare di rompere l’assedio penetrando all’interno dei territori degli stati regionali dell’Afar e dell’Amhara, per assicurare la mobilità degli aiuti e la possibilità di un contatto con l’esterno.
A conclusione dell’intervista, Gebremichael chiede alla comunità internazionale di aiutare il Tigrai affinché il governo federale revochi l’assedio alla regione, ordini l’uscita delle forze armate eritree e di quelle degli altri stati regionali e, infine, affinchè Abiy Ahmed accetti di organizzare una negoziazione mediata internazionalmente per la cessione delle ostilità.