In Somalia, dopo il divieto ad agosto a concludere durante il periodo elettorale accordi con l’estero, si è così aggiunto quello a nominare o esonerare pubblici funzionari (16 settembre). La revoca dei poteri speciali è per alcuni equivalente di fatto a una esautorazione.
La mossa segue di poco le tensioni seguite alle destituzioni di alti funzionari della sicurezza somala, legati a Farmajo ma coinvolti nel ‘caso Ikran’, agente scomparsa in circostanze non chiare. Sulla sua presunta morte il Presidente ha nominato una Commissione di inchiesta di cinque persone guidate dal Procuratore generale, che dovrebbero lavorare in parallelo rispetto alla Procura militare invece attivata dal Premier.
Roble continua a incontrare il favore di diverse anime della politica somala e dei donor internazionali e ribadisce dal canto suo non sia facoltà del Presidente perimetrare i poteri del Premier.
Una delegazione delle Nazioni Unite guidata dalla Sottosegretario Amina Mohammed era giunta a Mogadiscio l’11 settembre, per colloqui con il Presidente volti a stemperare queste tensioni. Il 17 invece il tema è stato discusso in sede di Consiglio di Sicurezza ONU, riunito in sessione straordinaria a porte chiuse, convocata dal Regno Unito. Sulla vicenda è calata una pesante cappa, evidente nella ridda di voci sul destino di Fahad che nella mattina del 17 sarebbe stato detenuto dal Gibuti durante uno scalo del suo volo Istanbul-Mogadiscio. La mossa sembrava al più voler evitare che egli presenziasse alla prevista riunione del Consiglio di Sicurezza nazionale, in effetti posposto dalla Presidenza.
Il momento difficile è sottolineato come altre volte dal terrorismo del movimento Al Shabaab, che ha compiuto un attentato a Mogadiscio il 14 settembre. Un attentatore suicida si è lasciato esplodere in un caffè posto nei pressi di un campo di addestramento militare colpendo a morte 11 persone tra civili e soldati. Altri eventi violenti sono avvenuti nell’Hiran contro l’aeroporto di Buoloburte, nell’Oltregiuba e nel basso Scebelli, sebbene qui sia da registrare anche l’avanzata di Forze Speciali fedeli al Governo federale.
Centrale resta appunto la gestione unanime delle minacce di sicurezza e scongiurare la gestione per linee di appartenenza politico-clanica di questi e altri delicati dossier – come la sanità e la ripresa economica.
Quest’ultimo aspetto offre una possibile anticipazione delle traiettorie future. Sulla diatriba di vertice i Governatori regionali hanno concordato una dichiarazione piuttosto morbida – con un esercizio di cerchiobottismo che pareva premiare posizioni pro-Farmajo; in reazione, il Premier ha avocato a sé ogni spesa da parte del Governo, inclusi gli stipendi del personale civile e militare.
È possibile che la diatriba di vertice rientri o torni silente date le pressioni esterne, pur avendo ora interessato un nodo sensibile per tutte le personalità coinvolte. La gestione dei dossier economici può rivelare da quale parte starà pendendo infine la bilancia della ‘vittoria’ politica.