Il presidente dello stato regionale del Tigrai ha tenuto una conferenza stampa lo scorso 25 settembre, nell’ambito della quale ha accusato il governo federale dell’Etiopia di voler “sterminare” i tigrini attraverso lo strategia del blocco degli aiuto umanitari.
Continuando nelle accuse verso Addis Abeba con toni durissimi, il presidente Gebremichael ha affermato come sia ormai diffusa all’interno delle forze del governo federale una visione dei tigrini come “non-umani, provenienti dall’inferno e da restituire all’inferno”. Una narrativa, secondo il leader del TPLF, che serve a giustificare l’omicidio indiscriminato e una vera e propria politica genocida.
Secondo il presidente del Tigrai, l’Etiopia avrebbe lanciato una campagna di disinformazione sul conflitto costruita internamente all’Etiopia sulla più marcata diffusione dell’odio e della necessità di eradicare il popolo tigrino dalla sua terra e dall’intero paese, alimentando un odio etnico che ha giustificato le violenze denunciate da più parti sul piano internazionale.
Gebremichael ha anche aggiunto come il TPLF ha giudicato positivamente la posizione degli Stati Uniti e accettato le richieste formulate dal presidente Biden nell’ultimo ordine esecutivo – che prevede sanzioni pesantissime per tutti gli attori regionali coinvolti nel conflitto – affermando invece che il primo ministro Aby Ahmed ha rifiutato la posizione di Washington perché spera ancora di ottenere con la violenza delle armi il risultato della distruzione del Tigrai.
Il TPLF invece, ha aggiunto, non ha accettato perché debole militarmente, ma perché crede nella necessità di poter far cessare il conflitto con il dialogo e la diplomazia.
Le accuse lanciate al governo di Addis Abeba hanno fortemente innervosito i vertici del governo federale dell’Etiopia, che continua a rifiutare le richieste degli Stati Uniti ribadendo come la propria posizione sia connessa alla gestione di un fatto interno allo Stato. Una posizione rifiutata da Washington e dalla comunità internazionale, in conseguenza della quale l’Etiopia si accinge ad affrontare una nuova fase di sanzioni la cui entità il governo USA a definito come epocale.