La spinosa contesa per i confini marittimi tra Somalia e Kenya non sembra avere una soluzione all’orizzonte. Dopo che a marzo di questo il Kenya aveva deciso di ritirarsi dalle udienze di quei giorni, continua la diatriba tra il paese africano e la Corte Internazionale di Giustizia (CIG). Questo venerdì il Primo Segretario del Ministero degli Affari Esteri del Kenya, Macharia Kamau, ha dichiarato che il paese non riconoscerà il verdetto che verrà espresso dalla CIG il prossimo 12 ottobre.
L’avversione del Kenya a questo processo si articola su tre punti fondamentali: in primo luogo la presenza di un patto, risalente al 2009, tra i due paesi al centro della disputa, nel quale sono contenute le direttive per risolvere la questione amichevolmente. Ciò non richiederebbe un passaggio e un verdetto di un tribunale. In secondo luogo, Nairobi ha posto all’attenzione della corte un caso simile del 1965, il quale, ai tempi, era stato considerato dalla corte fuori dalla propria giurisdizione. Infine, la presenza di un giudice somalo nella giuria che si esprimerà sulla vicenda ha fortemente indisposto il governo del paese.
In questi mesi alcune istituzioni si sono mosse per cercare di agevolare un incontro tra i due paesi. Il Consiglio di Pace e Sicurezza della African Union (AU) ad inizio hanno ha provato ad invitare entrambi i paesi per un confronto in una seduta del consiglio, tuttavia la Somalia si è rifiutata non ritenendolo necessario, vista la presenza di un processo in corso.
La questione, iniziata ufficialmente nel 2014, non sembra quindi potersi risolvere nel breve periodo, il 12 ottobre sarà una data importante per seguire gli sviluppi della vicenda.