Secondo l’organizzazione Lega per i Diritti Umani di Gibuti (LDDH). gli arresti arbitrari nei confronti di esponenti delle opposizioni politiche e delle minoranze etniche sarebbero aumentati rapidamente nel corso delle ultime tre settimane, in particolar modo nelle aree del nord-est del paese.

Circa venti cittadini di Gibuti sarebbero in tal modo stati arrestati e detenuti in strutture carcerarie dove vengono abitualmente praticate torture contro i prigionieri, sebbene la stessa LDDH non sia in grado di confermare che questi prigionieri le abbiano effettivamente subite.

Gli arresti si inserirebbero nell’ambito di un’operazione di polizia volta a scoraggiare l’adesione all’organizzazione del FRUD, il Fronte per il Ripristino dell’Unità e della Democrazia, che ha assunto secondo le autorità di Gibuti il profilo di organizzazione per la lotta armata, venendo di fatto considerata un’organizzazione terroristica.

I rapporti tra il FRUD e le autorità gibutiane si sono nuovamente incrinati all’indomani della contestata elezione del presidente Ismail Omar Guelleh per un quinto mandato, che ha determinato la protesta delle forze di opposizione e – a detta di queste – incrementato i numeri delle formazioni politiche più ostili al presidente.

Il portavoce presidenziale Daoud Houmed, intervenendo sulla faccenda, ha descritto gli arresti delle ultime settimane come normali operazioni di polizia contro criminali comuni, pur aggiungendo che il FRUD è considerata un’organizzazione terroristica e che la denuncia del LDDH è priva di alcuna credibilità.

A dispetto della smentita governativa, tuttavia, deve essere riportato come il governo gibutiano percepisca con crescente preoccupazione l’incremento delle tensioni tra le comunità somale e quelle di minoranza Afar, provvedendo ad una riorganizzazione complessiva della linea di comando delle proprie forze armate, nell’ottica di una più efficace capacità di gestione del fenomeno.

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