Il progredire della crisi in Etiopia desta un crescente allarme a Gibuti, dove il governo ha disposto la massima allerta per le forze di polizia e per la gendarmeria, nel timore che i contrasti tra la comunità somala e quella afar possano nuovamente acuirsi.
Il presidente Ismail Omar Guelleh teme che l’avanzata tigrina nello stato regionale dell’Afar possa alimentare l’instabilità del governo locale e il rafforzamento delle formazioni afarite di opposizione all’interno dello stato di Gibuti, ritenendo plausibile una ricaduta in termini di sicurezza su Gibuti.
Gli stretti legami tra Guelleh e Abiy Ahmed, come più volte ribaditi nell’ambito delle comunicazioni ufficiali di governo e come dimostrati dall’intensa attività di cooperazione economica tra i due paesi, rischiano oggi collocare politicamente Gibuti come un palese alleato del governo federale dell’Etiopia, con il rischio di un coinvolgimento diretto nelle dinamiche di crisi del paese vicino.
Gibuti, tuttavia, non teme solo il rischio militare e politico connesso alla crisi etiopica, quanto piuttosto quello economico connesso ai flussi di merci tra i due paesi. Tanto l’asse stradale di collegamento con l’Etiopia (attraverso lo stato regionale dell’Afar), quanto la linea ferroviaria tra Addis Abeba e il porto di Doraleh (attraverso gli stati regionali dell’Oromia e dei Somali), rischiano di essere interrotti dalle dinamiche del conflitto, con ricadute di enorme portata per l’economia di Gibuti.
Il quadro evolutivo del conflitto in Etiopia, e più in generale dell’instabilità regionale a questo connessa, potrebbe rinvigorire infine anche le dinamiche politiche delle forze di opposizione a Ismail Omar Guelleh, che, pur sopite in questi ultimi mesi, non hanno mai abbandonato il proposito di promuovere la delegittimazione del presidente e del suo quinto mandato presidenziale.