Nel corso dell’ultima settimana, in Etiopia, le forze tigrine del TDF hanno cercato ripetutamente di spingersi nel territorio Afar, con l’obiettivo di conquistare la città di Mile, che rappresenta uno snodo di fondamentale importanza per i rifornimenti verso Addis Abeba.

Le forze del TDF cercano di sfondare il fronte lungo il tracciato della strada regionale B11, incontrando tuttavia una strenua resistenza da parte delle forze federali e delle milizie regionali dell’Afar. Non sembrerebbero registrarsi particolari progressi lungo questa direttrice del fronte, mentre il TDF avrebbe ancora il pieno controllo della cittadina di Kasa Gisa, lungo il confine tra gli stati dell’Amhara e dell’Afar, che le forze federali hanno cercato ripetutamente di riconquistare, senza successo.

Il 12 novembre un elicottero d’attacco Mil Mi-35 dell’esercito federale è stato abbattuto nei pressi di Kasa Gita, mentre era impegnato in un’operazione contro le formazioni del TDF sul terreno. L’elicottero è precipitato poco dopo al suolo e non ci sarebbero superstiti tra i membri dell’equipaggio.

La persistenza degli attacchi del TDF e dell’OLA in direzione della città di Mile, sembrerebbe confermare l’intenzione delle forze anti-governative di voler evitare lo scontro diretto nella capitale Addis Abeba, costringendola al contrario alla resa attraverso l’atrofizzazione dei rifornimenti lungo le principali direttrici del trasporto stradale. La città di Mile, in modo particolare, rappresenta uno snodo di importanza vitale, essendo il punto di raccordo delle direttrici di comunicazioni e dei traffici merci in direzioni di Gibuti. La sua conquista lascerebbe agibile per i rifornimenti di Addis Abeba solo il tracciato meridionale della ferrovia che – via Dire Daua – raggiunge il terminale portuale di Doraleh, a Gibuti.

Più stabile sembra essere la situazione lungo il versante meridionale della linea di intervento delle forze del TDF e dell’OLA.

Le forze tigrine e quelle dei ribelli oromo controllano la cittadina di Kemise lungo il tracciato dell’autostrada A2, mentre le forze dell’OLA sembrano aver preso saldamente il controllo di una vasta area di confine tra la regione dell’Amhara e quella dell’Afar, tra Ataye e Jewaha, con il presumibile intento da un lato di estendere la portata del controllo sull’autostrada in direzione di Addis Abeba, e dall’altro assumere soprattutto il controllo della cittadina di Shewa Robit, che rappresenta uno dei pochi snodi di collegamento regionale tra le autostrade A1 e A2 in direzione della regione dell’Afar.

Secondo quanto dichiarato dalle forze dell’OLA, invece, si sarebbe molto espansa la capacità di controllo del territorio a nord-ovest della capitale, dove diverse decine di villaggi e piccoli insediamenti sarebbero stati occupati dalle forze ribelli dell’Oromia in una progressiva manovra di accerchiamento della capitale, spingendosi ormai sino a circa 20 Km dalle periferie più occidentali di Addis Abeba.

Risulterebbe ancora sotto controllo federale la percorribilità dell’autostrada A3, che collega Addis Abeba a Bahir Dar e poi Gondar, sebbene secondo quanto affermato dall’OLA, gli ultimi 50 Km prima del confine regionale tra Oromia ed Amhara sarebbero ormai circondati, tra le cittadine di Golje Giyorgis e e Gebre Guracha. Scontri di una certa intensità sono stati registrati l’8 novembre nel distretto di Hidabu Abote, e questo lascerebbe presagire l’imminente tentativo da parte delle forze dell’OLA di voler procedere a tenaglia per occupare definitivamente il tratto di confine regionale della A3, isolando tanto la regione Amhara quanto i rifornimenti verso la capitale.

In tale contesto si inserisce la notizia diramata dall’amministrazione dello stato regionale dell’Amhara, che annuncia il completamento di un nuovo corso di preparazione delle proprie forze militari, nella città di Humera. I giovani che hanno terminato il corso di preparazione militare, sempre secondo le autorità locali, saranno immediatamente dispiegati contro le forze del TDF e dell’OLA nella regione, in quella che dalle comunicazioni diramate sembrerebbe essere una sorta di nuova offensiva progettata con le forze federali.

In un clima di sempre più acceso contrasto etnico, invece, il 9 novembre sono stati arrestati ad Addis Abeba circa dodici impiegati delle Nazioni Unite, tutti di etnia tigrina, con l’accusa di essere coinvolti in attività di spionaggio e favoreggiamento delle forze del TPLF. L’arresto si inserisce nella più generale campagna di detenzione dei cittadini di etnia tigrina ancora presenti nella capitale e nelle regioni dell’Oromia e dell’Amhara, attraverso una profilazione condotta dalle forze di sicurezza federali e locali.

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