Procedono a rilento le elezioni per la Camera Bassa in Somalia: una manciata i deputati eletti sui 275 da indicare entro dicembre, data che esprime l’auspicio ultimo del Premier Roble – e le pressioni della comunità internazionale.
Si rinnovano al contempo le tensioni con i 14 esponenti dell’opposizione oggi riuniti nell’UPC (Unione dei candidati alla Presidenza). Molto vocale tra questi è l’ex Presidente Sheikh Mohamud, mentre l’attuale Primo Ministro Roble ha incontrato in un gesto distensivo l’ex Premier Sharmanke (5 dicembre), simile a quello riservato all’ex Presidente della Camera Bassa del Parlamento Jawari.
Si tratta di stemperare una situazione che è diventata di nuovo più tesa. I leader di opposizione ripropongono da un lato la critica già avanzata nelle prime settimane del 2021, di un processo non credibile né trasparente perché controllato dal Presidente Farmajo tramite la sua influenza sugli organismi elettorali centrali. Si aggiunge ora la denuncia di pressioni dei Governatori federali, tramite i Team elettorali.
Questa morsa fatale comprimerebbe a tal punto la libera espressione del voto e l’integrità complessiva dell’esercizio elettorale, che dopo aver chiesto lo scioglimento della FIET (Commissione Federale per la gestione del voto), i 14 candidati di opposizione non hanno esitato ad annunciare l’intenzione di boicottare il prosieguo del processo (30 novembre). Essi delineano un quadro di brogli e instabilità paragonato alla Libia e all’Afghanistan, allo Yemen e all’Etiopia: traiettorie dell’involuzione attesa.
La proverbiale goccia è stata l’elezione a deputato del Direttore ad interim della NISA (Agenzia Nazionale di Intelligence e Sicurezza) Yasin Farey nel Galmudug. Vicino al Presidente, la sua posizione era stata al centro dell’ultimo scontro di potere con il Premier, poi risolta al riaccendersi della crisi in Tigrai.
L’annuncio dell’UPC appare una forma di pressione atta a salvaguardare ambiti di resistenza per l’opposizione stessa. Candidati di queste aree hanno avanzato diversi reclami sinora non accolti e per i quali si chiede maggiore equità; l’Unione vorrebbe inoltre maggiori spazi sui media – e si spinge ad auspicare la presenza di osservatori elettorali.
Per il Premier è necessario che la consultazione mantenga un ampio margine di credibilità entro un percorso di condivisione con l’opposizione. La denuncia del ruolo dei Governatori suggerisce tuttavia come non vi siano ad ogni modo oggi per quest’ultima leve significative da manovrare, oltre la denuncia del mancato rispetto degli accordi del 27 maggio, la promessa di consultazioni con i cittadini, o l’appello alla comunità internazionale.
Non si scorge da questa parte tuttavia un interesse eminente a entrare nei meandri della consultazione somala. Farmajo stesso si è recato a Doha (30 novembre e 1° dicembre), per incontrarvi l’Emiro Al Thani e discutere di cooperazione; il nuovo Ministro degli Esteri Muse Ali ha incontrato l’Ambasciatore turco a Mogadiscio Yilmaz, quello tedesco Hutter e quello cinese Shengchao; un nuovo gruppo di soldati di élite è tornato in patria dopo essersi addestrato in Turchia. 12 militanti sono stati in effetti uccisi nella capitale, mentre nuovi atti di violenza sono avvenuti nelle aree interne e a Chisimaio. Distrutta una base dei militanti nel Basso Scebelli, la Missione antipirateria dell’ONU è stata rinnovata, per un trimestre.
Il dilemma se una elezione imperfetta sia preferibile o meno all’assenza di elezioni resta dunque ancora configurato, ma il complesso degli elementi interni e regionali sembra ancora deporre a favore di una lettura non massimalista degli sviluppi in corso. L’ottica resta di breve periodo, elemento di instabilità intrinseco.