Abiy Ahmed l’8 dicembre ha annunciato in Etiopia che dopo “il completamento della prima fase dell’Operazione Unità Nazionale per la Diversità” è tornato, momentaneamente, in ufficio. La controffensiva operata dal governo federale, il cui nome risuona ampiamente i toni della retorica del Partito della Prosperità, pare abbia riconquistato le due città strategiche di Dessie e Kombolcha e Abiy ha affermato inoltre che “la lotta non è finita. Abbiamo ancora aree da liberare”.
Tuttavia queste notizie non risuonano con quelle che sono le affermazioni del TPLF, il che non sorprende in una guerra data l’importanza della propaganda ma, data la scarsezza delle informazioni che filtrano dall’Etiopia, è importante per considerare la situazione sul campo dall’esterno. Il TPLF tramite l’account twitter del suo portavoce Getachew Reda e quello di Martin Plaut, analista di vecchia data del Corno d’Africa e precedentemente giornalista della BBC, ha affermato di aver riconquistato Lalibela e Gashena, le quali hanno oramai cambiato mani ben 4 e 5 volte dall’inizio del conflitto. La notizia più importante, che manca di conferme tuttora, è che il TDF abbia neutralizzato ben 80,000 truppe durante questa controffensiva.
Queste forze, composte da milizie Fano, Amhara, forze governative e Forze Speciali Amhara, hanno dovuto cedere il campo alle forze tigrine durante la controffensiva per riprendere Lalibela e Gashena. Un tweet di Getachew Reda potrebbe essere indicativo poi di quanto la ‘ritirata strategica’ dei tigrini possa essere davvero tale e non solo una dichiarazione per coprire una frettolosa e disordinata ritirata: egli infatti ha affermato che un’unità non specificata ha marciato per 150km in due giorni e ha aiutato le forze tigrine a sopraffare numerosi contingenti delle forze federali.
In questo senso si può situare anche la lunga dichiarazione del presidente del Tigrai Debretsion Gebremichael rilasciata il 7 dicembre, il quale fra le altre cose ha annunciato che la ritirata strategica non è stata frettolosa e che le forze tigrine avevano già in programma una possibilità simile in quanto gli avanzamenti che avevano fatto nei mesi precedenti avevano allungato e reso molto vulnerabili le loro linee di rifornimento.
Pare che dunque l’avanzata delle forze federali, la quale pare essere stata enormemente aiutata dai droni di fabbricazione turca, iraniana e cinese abbia già esaurito la sua spinta propulsiva. Dopo due settimane in cui sembrava che le forze federali avessero oramai ripreso il controllo della situazione pare che la ‘ritirata strategica’ delle forze tigrine fosse veramente tale e conseguente all’attacco alle sue linee di rifornimento.
Queste notizie non sono del tutto confermate tuttavia lo stallo di cui parlavamo settimana scorsa sembra che si sia già sbloccato e che questo conflitto, rispetto al precedente, sia dotato di un dinamismo tale da vedere rivolgimenti di fronte di settimana in settimana.