Il primo ministro di Gibuti, Abdoulkader Kamil Mohamed, è intervenuto pubblicamente il 17 dicembre nell’ambito del crescente dibattito locale e internazionale sul ruolo della Cina nel Corno d’Africa, definendo Pechino “un attore come gli altri” nel paese.
L’intervento si inserisce nell’ambito del crescente dibattito sul ruolo della Cina a Gibuti, e in particolar modo sulla costruzione di una importante base navale militare e sullo stato del debito contratto dal piccolo paese africano.
Gibuti è debitrice nei confronti della Cina, infatti, di 1,2 miliardi dollari, che, in particolar modo secondo gli Stati Uniti, non solo espongono il paese ad un forte rischio di natura finanziaria ma soprattutto costringono Gibuti ad accettare i termini di una sempre più invasiva presenza cinese tanto nel settore civile quanto in quello militare.
Gli Stati Uniti, anch’essi presenti a Gibuti con una propria base e da sempre critici verso le aperture fatte alla Cina sia sul piano degli investimenti industriali che su quelli militari, insistono nel sottolineare il pericolo dell’esposizione debitoria del paese verso Pechino, richiamando gli esempi dello Sri Lanka, delle Maldive e in tempi più recenti dell’Uganda, che rischia di perdere il controllo del proprio aeroporto internazionale di Entebbe.
I timori di Washington sono connessi principalmente al porto merci di Doraleh e alle aree limitrofe dove sono state sviluppate le basi militari straniere, che potrebbero essere oggetto di compensazione finanziaria a vantaggio di Pechino qualora il governo di Gibuti dovesse incontrare difficoltà nella propria capacità di onorare gli impegni finanziari con la Cina.
L’intervento del primo ministro Abdoulkader Kamil Mohamed si è quindi inserito in questo dibattito per cercare di rassicurare gli Stati Uniti e gli altri paesi coinvolti nelle attività economiche e militari di Gibuti, cercando di presentare il ruolo della Cina in modo meno invasivo rispetto alla sua reale natura, paritario nella comparazione con gli altri investitori e, soprattutto, minimizzandone il rischio.