Sono trascorse senza grandi sollecitudini le 48 ore che il Team Federale per le elezioni (FEIT) aveva suggerito ai Governatori regionali per una accelerazione delle procedure di nomina dei deputati della Camera Bassa. L’invito era rivolto a Puntland, Oltregiuba e HirShabelle, dove l’elezione procede con lentezza e tra evidenti ostacoli, all’attenzione delle opposizioni.

Nell’Oltregiuba sono tuttavia state poi registrate 14 nomine, altre 9 in Somaliland e 4 a Mogadiscio. Si tratta di un segnale positivo, che scioglie alcuni dei timori della comunità dei donatori internazionali – espressi in un incontro del 15 dicembre. Il Premier Roble ha poi voluto sollecitare in prima persona gli interlocutori locali, con un meeting virtuale nel quale discutere delle procedure per il voto, cui hanno preso parte dalle fila dell’opposizione anche gli ex Presidenti Sheikh Mohamud e Sheikh Ahmed oltre al leader del partito Wadajir (“Solidarietà”) Abdishakur.

A ulteriore riprova della decisione di Roble di procedere con il voto e smussare la contrapposizione con le opposizioni e la comunità internazionale, il 18 dicembre è stato reso noto l’allontanamento di 7 membri della Commissione per le dispute elettorali, tra cui il Presidente della Commissione stessa. Il Premier li ha ritenuti colpevoli di non aver adeguatamente considerato e impedito l’elezione di Yasin Farey, Vertice ad interim dell’Agenzia di intelligence nazionale.

Questa mossa – forse concordata nel corso del precedente incontro virtuale – è stata salutata con favore dalle opposizioni, che auspicano di vedervi un segno di un orientamento più neutrale degli organismi di vigilanza. Esse scontano d’altra parte il protagonismo di Roble, che ha sottratto loro un tema potenzialmente di grande presa per l’opinione pubblica interna e soprattutto internazionale sebbene appaia ancora difficile che tutto il processo possa concludersi entro il 26 dicembre, come in ultimo promesso. Il rischio potenziale, ad ora gestito, resta sempre quello di un innalzamento del confronto con il Presidente Farmajo, che aveva avallato l’elezione di Farey.

Il Presidente era nel frattempo ad Ankara per il terzo Vertice Turchia-Africa, alla testa di una folta delegazione; nel corso dei due giorni della sua visita ufficiale Farmajo ha incontrato l’omologo Erdogan. Altri incontri di alto livello sono avvenuti tra i rispettivi Ministri degli Esteri, per confermare nel Corno d’Africa la punta di diamante dell’interesse politico e di sicurezza di Ankara anche attraverso nuovi legami economici, commerciali e flussi di investimento in Somalia.

Le tensioni danno risalto alle azioni di Al Shabaab, invero di profilo più elevato nel periodo considerato – di rilievo l’assalto a una base AMISOM (Missione dell’Unione Africana in Somalia) nel Basso Scebelli, con numerose vittime tra i militari, o l’attacco al villaggio di Eldheere nel Galmudug, brevemente caduto sotto il controllo dei terroristi. Si tratta di eventi che non mutano il profilo della minaccia, ma evidenziano una maggiore difficoltà in questa fase a contenerne gli effetti in particolare nelle aree interne e al confine con il Kenya. Qui sarebbe stato sventato un rapimento di alcune decine di fedeli da una moschea, evento che denota le ramificazioni criminali della minaccia.

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