Il Fondo Monetario Internazionale ha completato la propria missione ispettiva a Gibuti, guidata da Brett Rayner, pubblicando il 21 dicembre i risultati preliminari dell’indagine compiuta nel paese dal proprio personale.

Secondo quanto rilevato dai funzionari del FMI, i grandi investimenti che nel corso degli ultimi anni sono stati impiegati per il potenziamento delle infrastrutture portuali hanno certamente stimolato la crescita economica del paese, aumentandone tuttavia allo stesso tempo le vulnerabilità macroeconomiche, non incidendo sull’occupazione e generando entrate fiscali inferiori alle aspettative.

La pandemia globale e il conflitto nella vicina Etiopia hanno determinato un forte decremento nei valori complessivi dell’economia di Gibuti, esponendo le vulnerabilità macroeconomiche del paese.

Il FMI suggerisce quindi di intervenire sulla politica fiscale al fine di aumentare le entrate nazionali, operando al tempo stesso una più stretta sorveglianza sulle imprese statali, al fine di rispristinare la sostenibilità del debito e incrementare al contrario la spesa sociale.

Lo stesso giorno in cui sono state diramate le conclusioni preliminari, il Fondo Monetario Internazionale ha anche annunciato la concessione di un quinto ed ultimo round di riduzione del debito per 25 paesi a basso reddito, tra i quali anche Gibuti.

I fondi sono destinati ad aiutare alcuni dei paesi più vulnerabili del mondo ad affrontare le conseguenze della pandemia, mentre l’estensione dello sgravio fino al 13 aprile del prossimo anno significa che saranno resi disponibili ulteriori 115 milioni di dollari (102 milioni di euro).

Il 23 dicembre, invece, il governo di Gibuti ha annunciato di aver nominato come nuovo direttore del proprio fondo sovrano, l’FSD, l’ex ministro tunisino Slim Feriani, in sostituzione del senegalese Mamadou Mbaye, dimissionario dallo scorso maggio dopo l’emergere di crescenti contrasti con la dirigenza del fondo.

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