Un articolo del quotidiano turco ‘Daily Sabah’ riporta in maniera entusiasta di come il nome femminile “Istanbul” sia ormai di uso comune in Somalia. Vi concorre il soft power che la Turchia esercita nei confronti della Somalia, con elementi culturali e sociali che fanno da substrato a rinnovati legami politici, economici e militari. Ne è fautore il Presidente Farmajo, di ritorno dall’Anatolia.
Una delle prime sue mosse è stata una forte critica (26 dicembre) dell’operato del Premier Roble quanto alle elezioni. Il Presidente ha perciò deciso la convocazione di un incontro consultivo con le Autorità locali per “correggere la rotta” sinora intrapresa. Ciò avviene alla vigilia di un incontro tra Roble e le opposizioni, in calendario per il 27 dicembre, con il Presidente che lascia filtrare insinuazioni circa una possibile rimozione di Roble, poi smentite dall’interessato.
È la logica conclusione delle recenti forti prese di posizione di Roble. L’apertura di quest’ultimo alle richieste di maggiore trasparenza che provengono dalle opposizioni passa necessariamente per un ridimensionamento della tensione frontale invece promossa da Farmajo. Un maggiore supporto da Ankara e il risolversi della crisi in Etiopia con il tendenziale successo della fazione del Premier Abyi porta maggiori leve al Presidente in carica, che può dunque alzare di nuovo la posta.
È difficile che possa ora nascere una nuova contrapposizione frontale. Procedere verso il voto resta nel maggiore interesse di tutti i maggiorenti della politica nazionale e degli osservatori e degli sponsor regionali di ciascuno. È tuttavia di nuovo più aperta la tensione su chi debba esserne in ultimo regista e arbitro.
In questo quadro è avvenuta la visita del Ministro degli Affari Esteri Muse Ali a Roma, dove ha incontrato l’omologo Di Maio. L’occasione per rinsaldare il rapporto bilaterale oltre il tradizionale binomio cooperazione-sicurezza è stata la firma di un Memorandum of Understanding tra la Repubblica Somala e la Fondazione Med-Or, per iniziative di alta formazione e insegnamento della lingua italiana, alla presenza anche del Ministro della Pubblica Istruzione somalo Haji.
Si tratta di piccoli passi verso una maggiore normalità. Essi confermano la società somala sia almeno in parte slegata dalle dinamiche del suo vertice politico, dalle quali è ancora impossibile prescindere. Gli scontri sanguinosi tra fazioni armate in Puntland testimoniano della complessità di questo percorso.