Sebbene le linee del fronte restino apparentemente immutate nel nord dell’Etiopia, con una sostanziale tenuta della tregua in atto da ormai due settimane tra le unità federali e quelle del TDF tigrino, nel corso dell’ultima settimana sono state segnalate numerose incursioni aeree contro obiettivi localizzati in alcune località del Tigrai.
Il 5 gennaio due incursioni aeree condotte con l’impiego di droni armati avrebbero colpito alcuni obiettivi nella città di Axum e Inda Aba Guna, e il giorno successivo sarebbe stato colpito il campo profughi di Mai Aini, in prossimità del confine regionale con lo stato dell’Amhara.
Secondo gli operatori umanitari presenti nell’area interessata dall’attacco, invece, un’incursione aerea condotta con l’impiego di droni armati avrebbe causato il 7 gennaio 56 vittime in un campo profughi nel nord del Tigrai, oltre ad un numero imprecisati di feriti. L’attacco sarebbe stato condotto contro un accampamento ai margini della cittadina di Dedebit, nel nord-ovest del Tigrai, colpendo un edificio scolastico dove hanno trovato rifugio nel corso degli ultimi mesi numerosi sfollati dalle aree interessate dai combattimenti.
Manca allo stato attuale qualsiasi conferma ufficiale degli attacchi e delle vittime, sebbene un gran numero di immagini sia circolata attraverso la rete dei social media documentando l’effetto dei diversi attacchi aerei condotti dalle forze federali.
Interpellati sulla vicenda, non hanno risposto alle richieste della stampa internazionale né il portavoce del governo federale Legesse Tulu, né quello delle forze armate Col. Getnet Adane, mentre alcuni organi di stampa hanno fatto sapere di un formale rifiuto ricevuto dalla portavoce del primo ministro, Billene Seyoum.
L’evoluzione della crisi etiopica sembra in tal modo delinearsi attraverso l’apparenza di una tenuta sostanziale della tregua di fatto in corso dalla fine del mese di dicembre, sebbene in costanza di continue operazioni militari condotte soprattutto dall’esercito federale con l’intento di indebolire le capacità difensive del Tigrai.
Dalla fine del mese di dicembre ad oggi, pur nel generale contesto di una cessazione delle ostilità terrestri, le forze armate federali hanno compiuto numerose incursioni aeree contro obiettivi ubicati in profondità sul territorio del Tigrai. In particolar modo sono state colpite installazioni radar connesse alla rete della difesa aerea del Tigrai, installazioni radio e telefoniche e alcuni obiettivi non meglio specificati, dove in più occasioni si sono registrate perdite tra la popolazione civile.
In merito al bombardamento aereo del 7 gennaio a Dedebit, che, se confermato nella dimensione, si configurerebbe come una vera e propria strage, alcune fonti locali ritengono plausibile la possibilità di un errore, nell’intento di colpire un obiettivo limitrofo o – peggio ancora – disponendo di informazioni errate nell’acquisizione degli obiettivi sul terreno.
Le forze dell’Esercito di Liberazione dell’Oromia (OLA) hanno infine fatto circolare ai primi di gennaio un video in cui viene mostrata un’esercitazione addestrativa congiunta con le milizie del Fronte di Liberazione di Gambella. Secondo alcune fonti locali si tratterebbe di una manifestazione della volontà di dissociarsi dalle forze del Tigrai rispetto alla tregua di fatto con l’esercito federale, dimostrando al contrario la continuità del proprio programma addestrativo al fine di riprendere le attività militari contro le forze del governo centrale.