Dopo le numerose vittorie dell’esercito federale, che hanno riportato il TPLF ad agire entro i confini del Tigrai, sembra che le autorità etiopiche stiano adoperando la strategia della carota e del bastone, allo stesso tempo. Da una parte infatti il primo ministro Abiy Ahmed ha deciso di rilasciare numerosi prigionieri politici, mentre dall’altra continuano gli attacchi aerei sul Tigrai in modo indiscriminato, questa volta le vittime sono 56 civili sfollati. Inoltre, stando alle dichiarazioni del TPLF, pare che anche le forze eritree abbiano ricominciato delle offensive in Tigrai.
Venerdì 7 gennaio Abiy Ahmed ha dichiarato che, con l’obiettivo di promuovere la riconciliazione nazionale e l’unità nel paese, libererà numerosi prigionieri politici, fra cui esponenti del TPLF in un’amnistia. La dichiarazione governativa in merito è “la chiave per un’unità duratura è il dialogo. L’Etiopia farà ogni sacrificio possibile per quest’obiettivo”.
Nonostante queste dichiarazioni ancora però non sono emerse notizie di un rinnovato dialogo fra FDRE e TPLF, mentre il portavoce del TPLF Getachew Reda afferma che le azioni di Abiy sono criminali in quanto mentre annuncia l’amnistia e fa riferimento a valori di unità e pace “nega l’assistenza medica a bambini in necessità e manda droni ad attaccare i civili”.
Ciò ci porta all’altra notizia, che stride notevolmente con la precedente: nel nord ovest dell’Etiopia un attacco aereo avrebbe colpito una scuola a Dedebit, provocando 56 morti e un numero imprecisato di feriti. Difatti nonostante le ostilità sul campo si siano fermate gli attacchi aerei non hanno smesso di mietere vittime.
Allo stesso tempo, sempre nella giornata di domenica 9 gennaio le forze militari della FDRE si sono impegnate in una dimostrazione della forza aerea sulla TV nazionale e hanno annunciato di aver distrutto due fabbriche afferenti al conglomerato della EFFORT, il fondo di dotazione tigrino responsabile della maggior parte dell’attività economica nella regione.
Inoltre, secondo il TPLF, le forze eritree sempre nella giornata di domenica hanno sferrato un attacco a Sigem Kofolo e ad Afi Tsetser, nel nord ovest del Tigrai e in prossimità della città di Sheraro. Non si hanno né conferme né altre informazioni in merito.
La situazione in Etiopia dunque pare che rimanga in uno stallo, e anzi forse sono più le notizie che tendono verso un riaccendersi delle ostilità piuttosto che verso una loro distensione.