Continuano senza sosta le manifestazioni di protesta in Sudan contro le autorità militari del Consiglio Sovrano di Transizione, e il 13 gennaio è morto nel corso degli scontri tra manifestanti e forze di polizia un alto funzionario della difesa sudanese.

Non sembra aver avuto successo, invece, l’iniziativa del rappresentante speciale per il Sudan del Segretario Generale dell’ONU, Volker Perthes, che l’11 gennaio aveva annunciato l’avvio di un processo politico finalizzato alla definizione di un dialogo nazionale. L’Associazione dei Professionisti Sudanesi (SPA) ha respinto l’iniziativa di Perthes qualora il tavolo negoziale dovesse includere anche le forze militari, di fatto facendo naufragare qualsiasi possibilità dio compromesso favorito dall’ONU.

Ogni ipotesi di dialogo che includa i militari, hanno sostenuto i rappresentanti della SPA, rappresenta una legittimazione di fatto del governo militare, che le forze di opposizione non intono in alcun modo sostenere.

Il nuovo rappresentante speciale per il Corno d’Africa del Dipartimento di Stato USA, David Satterfield, ha annunciato che in settimana si recherà in Etiopia e in Sudan, accompagnato dall’Assistant Secretary Molly Phee. A Khartoum incontreranno i vertici del Consiglio Sovrano di Transizione, esponenti politici del governo dimissionario ma anche rappresentanti politici delle opposizioni, attivisti e organizzazioni non governative.

La visita di Satterfiled intende dimostrare alle autorità politiche e civili del Sudan che l’impegno degli Stati Uniti per favorire il processo di stabilità e democratizzazione del paese continua a rappresentare una priorità per il governo USA, e che le dimissioni di Jeffrey Feltman non rappresentano un ostacolo o un mutamento nell’approccio di Washington nei confronti del paese.

Il Sudan ha infine chiuso nuovamente il 15 gennaio il confine con l’Etiopia a Metema, a dieci giorni dalla riapertura e dall’autorizzazione al transito, dopo un lungo periodo di chiusura stabilito lo scorso luglio in conseguenza dell’uccisione di un funzionario della difesa sudanese.

I transiti erano stati nuovamente autorizzati per favorire il flusso soprattutto dei mezzi adibiti al trasporto dei carburanti, e non è stato comunicato dalle autorità sudanesi il motivo della nuova chiusura, sebbene in molti ritengano sia connessa alle persistenti conflittualità connesse con il controllo dell’area dell’al-Fashaga.

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