Il 27 gennaio le ambasciate di Francia, Germania, Regno Unito e Paesi Bassi hanno diramato avvisi ai propri concittadini in Kenya di fare attenzione ai luoghi affollati, già a partire da questo weekend. Contemporaneamente erano state allertate le autorità locali. Il 28 è prontamente arrivata la risposta del governo keniano che, dopo aver confermato l’aumento di sicurezza in alcune zone della capitale Nairobi, ha però rivolto una frecciatina alle potenze straniere. Al governo non sono piaciute infatti le modalità di comunicazione degli occidentali che hanno, a loro avviso, aggirato le consuete modalità di comunicazione su questioni riguardanti la sicurezza nazionale e mettendo in guardia i kenioti sull’inutilità di farsi prendere dal panico.
Le proteste keniote non sono affatto nuove, spesso il governo si è lamentato di un’eccessiva ingerenza straniera nelle questioni di pubblica sicurezza, influendo sull’economia del paese che è profondamente legata al turismo. A ben vedere, è stata solo l’ambasciata francese a predicare una situazione tanto nefasta. L’ambasciata della République aveva infatti ammonito i propri concittadini di non recarsi in luoghi affollati, come centri commerciali e luoghi pubblici, perché un serio rischio di attentati ai danni di stranieri era ritenuto possibile. Questo comunicato era poi stato riproposto da Germania e Paesi Bassi. Molto più cauto il comunicato inglese che aveva sconsigliato ai cittadini britannici unicamente di andare in determinate zone del paese (non avvicinarsi più di 60km dal confine con la Somalia, ad esempio). Infine la stessa ambasciata statunitense, non coinvolta direttamente, aveva timidamente sconsigliato di frequentare posti affollati.
A prescindere dalla fondatezza delle preoccupazioni, questi comunicati arrivano, tuttavia, dopo che l’attività del gruppo terroristico al-Shabab si è intensificata. Solo pochi giorni prima dei funzionari del tribunale erano stati attaccati da presunti militanti del gruppo jihadista presso Lamu vicino Nyongoro. Di sicura matrice jihadista invece è stato l’attacco al parcheggio di un’azienda di costruzioni cinese la scorsa settimana.