Il 3 febbraio è arrivata ad Addis Abeba la delegazione eritrea al 35° Summit dell’Unione Africana, presieduta dal ministro degli esteri Osman Saleh e dal consigliere presidenziale Yemane Ghebreab.
Numerosi gli incontri tenutisi a margine dei lavori del Summit, che si è tenuto dal 4 al 6 febbraio e che ha avuto per tema “Il rafforzamento della resilienza nel settore dell’alimentazione e della sicurezza alimentare nel continente africano”.
Il 4 febbraio il ministro Saleh si è incontrato prima con la sua omologa keniana, Raychelle Omamo, e poi con il ministro degli esteri algerino, Ramtane Lamamra, con i quali ha discusso di questioni bilaterali e dei più recenti sviluppi delle tensioni politiche e militari regionali del Corno d’Africa.
Lo stesso giorno il ministro degli esteri eritreo si è incontrato con il Commissario dell’Unione Africana per gli Affari Politici, la Pace e la Sicurezza, l’ambasciatore nigeriano Bankole Adeoye, con il quale sono stati affrontati soprattutto i temi della sicurezza regionale e del perdurante conflitto nello stato regionale etiopico del Tigrai.
L’occasione del Summit dell’Unione Africana ha costituto un importante banco di prova per la diplomazia eritrea, accusata da più parti per il conflitto in Tigrai e sempre più esposta al peso delle sanzioni internazionali. Le aperture di alcuni paesi all’Asmara consentono una boccata d’ossigeno al regime eritreo, ma non risolvono la grave in crisi in atto e soprattutto non forniscono reali soluzioni per risolvere il problema del crescente isolamento.
Le maggiori preoccupazioni per il governo eritreo, secondo indiscrezioni, sarebbero adesso sul fronte economico, nel tentativo di arginare la grave crisi economica del paese, aumentata dall’esposizione nel conflitto.