Il 20 febbraio, alla presenza del primo ministro dell’Etiopia, Abiy Ahmed, è stata ufficialmente avviata la produzione di energia elettrica dalle turbine installate nella diga del GERD, nella regione del Benishangul Gumuz.
Un traguardo di particolare importanza per il paese, che prevede di produrre progressivamente oltre 5.000 megawatt, raddoppiando la produzione elettrica nazionale.
Nel discorso di inaugurazione degli impianti, il primo ministro Abiy Ahmed ha voluto rassicurare in primo luogo i paesi confinanti interessati dal comune sfruttamento delle acque del Nilo Blu, sostenendo che la diga del GERD non intende mettere a rischio la sicurezza di alcun paese e che, al contrario, rappresenterà un’opportunità di sviluppo grazie all’energia elettrica che ne verrà generata.
Abiy Ahmed ha definito infondate le voci circolate in Sudan ed Egitto circa una riduzione dei flussi delle acque del Nilo Blu, mentre il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Zhoukry, solo pochi giorni prima aveva affermato come l’Etiopia persistesse nelle violazioni connesse alla gestione dei flussi.
Più cauta la posizione del Sudan, politicamente allineato con l’Egitto sebbene pragmaticamente interessato a beneficiare tanto della produzione di energia elettrica della diga quanto della sua capacità di contenere i disastrosi effetti annuali delle inondazioni. Il governo della giunta di militare di Khartoum, pur schierandosi ufficialmente con l’Egitto nel sostenerne le richieste in ogni sede internazionale, ha da tempo avviato con l’Etiopia un dialogo bilaterale dai toni ben più pacati rispetto a quelli del dialogo con l’Egitto.
Lo sviluppo e l’inaugurazione della diga del GERD è divenuta nel corso del tempo una questione di orgoglio nazionale etiopico, che sulla propria capacità autonoma di sviluppo dell’energia elettrica ha alimentato enormi aspettative connesse principalmente allo sviluppo economico e industriale.
Costata 4,2 miliardi di US$, la diga è stata interamente finanziata grazie a sottoscrizioni interne all’Etiopia, e il suo completamento la massa a regime delle turbine è prevista per il 2024.