Il 15 febbraio sono stati posti agli arresti domiciliari a Gibuti il Magg. Gen. Zakaria Sheikh, capo di Stato Maggiore dell’Esercito, e il Col. Abdullahi Abdi, comandante delle forze di polizia, con l’accusa di aver complottato per l’organizzazione di un colpo di Stato.
Il successivo 17 febbraio il Col. Abdullahi Abdi è stato trasferito nel carcere di Gabode, e lo stesso giorno è stato arrestato anche l’ex ministro del bilancio Bodeh Ahmed Robleh, anch’egli accusato di aver complottato contro il presidente Ismail Omar Guelleh.
Le indagini delle autorità gibutiane in merito al tentativo di colpo di Stato vengono condotte nel più assoluto riserbo, sebbene siano circolate voci di ulteriori arresti soprattutto tra le forze di polizia e i militari del paese. In particolar modo, alcuni funzionari sarebbero stati tratti in arresto al loro arrivo all’aeroporto di Gibuti, di rientro dall’estero, e di questi una parte sarebbe stata posta agli arresti domiciliari e alcuni altri invece tradotti nel carcere di Gabode, nella capitale.
Le indagini che hanno portato all’arresto degli esponenti politici e militari del paese sembrano aver evidenziato la presenza di una vasta rete di oppositori al presedente Guelleh e al sistema di potere espresso dalla famiglia del capo dello stato. Tra le poche notizie circolate, infatti, sarebbero trapelate indiscrezioni relative a conversazioni telefoniche tra i cospiratori, che avrebbero esplicitamente nominato la moglie del presidente Guelleh, Kadra Mahamoud Haid, descrivendola come il vero centro del potere del paese.
La moglie del presidente è da tempo considerata un importante elemento del sistema di potere costruito intorno ad Ismail Omar Guelleh, che dal 1999 governa il paese attraverso una ristretta élite di potere strutturata su due livelli. Il primo è rappresentato dalla sfera familiare, e in particolar modo dalla moglie Kadra e dalla due figlie che ha avuto dal presidente, Haibado e Fatouma-Awo. La prima lavora con il padre come consulente presidenziale, mentre la seconda è un’imprenditrice. Non meno importanti nella cerchia familiare sono i due figli di Kadra avuti da un precedente matrimonio, Naguib Abdallah Kamil, che la madre cerca di avviare alla successione politica del marito, e la figlia Nazli, anch’essa impegnata nella gestione degli affari economici della famiglia.
Il secondo livello della gestione del potere del presidente Guelleh è invece quello clanico, in seno alla comunità del suo gruppo di appartenenza, gli Issa Mamassan. I principali incarichi di responsabilità nell’amministrazione pubblica e nell’apparato di sicurezza sono stati tradizionalmente attribuiti ad esponenti del clan, dove, tuttavia, sembra essere cresciuta nel corso degli ultimi tempi una profonda avversione al ruolo della moglie del presidente e dei suoi figli. In particolar modo, molti membri del clan del presidente accusano Kadra Mahamoud Haid di aver accentrato intorno a sé la gestione del potere politico ed economico del paese, approfittando della fiducia concessale dal marito e del contestuale peggioramento dello stato di salute di Ismail Omar Guelleh. In tale contesto, Kadra sarebbe impegnata nel consolidamento del ruolo dei propri figli, esautorando numerose figure di spicco del clan e determinando malumori crescenti in seno all’intera filiera del potere politico del paese.
Particolarmente cruciale appare la questione relativa alle dinamiche di successione al potere, dove per lungo tempo era stato indicato il nome del genero di Ismail Omar Guelleh, Djama Elmi Okieh, sposato dal 2014 con la figlia più giovane del presidente, Haibado. Nel 2018, tuttavia, Djama e Haibado avevano divorziato in conseguenza di una relazione extraconiugale del marito, e la moglie di Guelleh, Kadra, sembrerebbe da allora aver manovrato politicamente per l’ascesa del proprio figlio di primo letto, Naguib Abdallah Kamil.
Il ruolo di Kadra nella determinazione degli equilibri di potere è sensibilmente aumentato nel corso degli ultimi anni, in conseguenza soprattutto di quello che appare come un progressivo deterioramento dello stato di salute del marito. Questa capacità, sfruttata in modo particolare per accrescere il ruolo e il potere dei propri figli e consolidarli alla guida del paese, le ha inimicato tanto il ramo familiare diretto del presidente quanto il sistema di potere del clan Issa Mamassan, che considera il tentativo di accentramento di Kadra come una minaccia agli interessi della consolidata sfera di equilibri interni al clan.
Non stupisce, quindi, che un diffuso malumore serpeggi all’interno delle principali istituzioni gibutiane, dove la capacità decisionale del presidente viene giudicata da più parti come ormai delegata alla moglie Kadra, guardata con sospetto all’interno del clan Issa Mamasan ma temuta anche dai principali esponenti della famiglia Guelleh, come il fratello unilaterale Saad Omar, il direttore generale del porto di Gibuti, che rappresenta il principale asset economico del paese.