Il vicepresidente del Consiglio Sovrano di Transizione del Sudan, generale Mohammad Hamdan Dagalo, detto Hemetti, si è recato in visita a Mosca il 23 febbraio, per una visita ufficiale nell’ambito della quale ha incontrato rappresentanti delle istituzioni e alti ufficiali delle forze armate.
Lo scopo della visita, come indicato dallo stesso Dagalo sul proprio profilo Twitter, è stata quella di rafforzare le relazioni con la Russia “con la quale abbiamo rapporti storici di amicizia e attraverso la quale speriamo di far avanzare le relazioni tra i due paesi verso orizzonti più ampi, per rafforzare la cooperazione esistente tra di noi in vari campi”.
Nel corso della visita a Mosca, il generale Dagalo ha sostenuto le ragioni della Russia nel conflitto in Ucraina, affermando che “ha il diritto di agire nell’interesse dei suoi concittadini e di proteggere il suo popolo”.
La visita in Russia del generale Dagalo, e il tenore delle affermazioni sostenute nel corso degli incontri a Mosca, destano interrogativi in merito agli equilibri di potere al vertice del sistema politico sudanese.
Dagalo è sempre stato notoriamente propenso all’insaturazione di un rapporto più intenso con la Russia, sebbene questa posizione fosse stata più volte moderata e stemperata dal presidente del Consiglio Sovrano di Transizione, generale Abdel Fattah al Burhan, formalmente l’esponente di vertice della politica sudanese.
L’organizzazione di un viaggio ufficiale in un momento così cruciale per la politica russa, e la manifestazione di un sostegno così palese e plateale, pertanto, hanno lasciato supporre agli osservatori la possibilità di due scenari. Il primo è quello caratterizzato da un mutamento di indirizzo al vertice delle istituzioni del paese, avallato dallo stesso presidente al Burhan, nella ricerca di un maggiore rapporto con Mosca in una fase di profonda crisi con gli Stati Uniti e le organizzazioni finanziarie internazionali. Il secondo, al contrario, è quello di una progressiva ascesa del generale Dagalo al vertice del sistema potere delle forze armate, che potrebbe comportare la determinazione di una frattura con il presidente e favorire il consolidamento del gruppo di potere connesso alle Forze di Supporto Rapido.
Secondo alcuni organi di stampa locale, il generale Dagalo avrebbe avviato una cooperazione con le formazioni della PMC Wagner, che secondo alcuni sarebbe già presente nel paese con il fine di addestrare le forze locali e fornire equipaggiamenti.