Fatou Bensouda, l’ex procuratore capo della Corte Penale Internazionale (CPI), è stata nominata questo mercoledì a capo della Commissione dell’ONU per indagare sulle presunte violazioni dei diritti umani nel conflitto in Etiopia. La nomina di Fatou Bensouda è più che prestigiosa, questa ha infatti svolto la funzione di procuratore capo della CPI dal 2012 al 2021.

Il Presidente del Consiglio sui Diritti Umani, Federico Villegas, ha annunciato l’apertura dell’indagine – e la nomina di altri due esperti, Kaari Betty Murunghi, dell’Alta Corte kenyota, e Steven Ratner, professore di diritto americano – che avrà la durata di un anno e sarà estendibile alla scadenza il prossimo dicembre.

Nonostante le varie denunce delle ONG internazionali e di molti media internazionali solo lo scorso novembre l’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, Michelle Bachelet, insieme alla Commissione Etiopica dei Diritti Umani, ha evidenziato la possibilità dell’insorgenza di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità nel conflitto etiopico.

La decisione di aprire l’indagine è stata presa lo scorso 17 dicembre, ma solo adesso si ha la composizione della commissione che dovrà stabilire se suddette violazioni sono state commesse e nel caso decidere di perseguirle. La risoluzione è stata adottata con 21 voti a favore dei 47 presenti nel consiglio, con 15 voti contro e 11 astensioni. Da notare che dei votanti a favore nessuna è una nazione africana, sono presenti infatti principalmente nazioni ‘occidentali’ insieme ad alcune sudamericane mentre le nazioni africane si sono dichiarate contrarie o sono astenute. Cina, India e Federazione Russa hanno votato contro.

L’Etiopia si è fermamente opposta durante la sessione e, non avendo né firmato né ratificato il trattato di Roma non può essere investigata dalla CPI: questa è dunque l’unica maniera in cui la comunità internazionale può indagare sulle presunte violazioni del diritto internazionale commesse durante il conflitto dai vari attori. L’Etiopia continua infatti a considerare la questione come un’operazione di polizia interna, come confermato anche da Abiy lo scorso febbraio durante l’ultima riunione dell’Unione Africana, quando ha poi lanciato “l’anno della nutrizione”, il focus del summit.

La Commissione è incaricata di indagare sugli avvenimenti nel paese dal 3 novembre 2020. Questa renderà un resoconto orale sul suo lavoro durante la quindicesima sessione del Consiglio sui Diritti Umani nel giugno prossimo e un resoconto scritto durante la sessione ancora successiva in settembre.

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