Secondo uno studio realizzato dalla Swiss-African Business Circle, e pubblicato nel mese di febbraio, la Cina resta il principale investitore in Africa, con un volume di 254,3 miliardi di US$ nel 2021, mantenendo invariata la propria posizione da dodici anni. Seguono gli Stati Uniti, la Francia e la Turchia.

Secondo l’ambasciatore cinese in Etiopia, Zhao Zhiyuan, le esportazioni di Addis Abeba verso la Cina sono aumentate dell’8%, mentre gli investimenti diretti cinesi nel paese del 346%.

Questi risultati rappresentano secondo l’ambasciatore di Pechino il successo sia dell’iniziativa globale BRI (Belt and Road Initiative) che di quella regionale FOCAC (Forum on China Africa Cooperation), grazie alle quali sono stati lanciati nel corso degli ultimi dieci anni imponenti progetti per la realizzazione di infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali, portuali, energetiche e del settore delle telecomunicazioni.

Tra i principali elementi di sviluppo della cooperazione tra Africa e Cina, l’ambasciatore Zhao Zhiyuan ha collocato lo sviluppo della ferrovia tra Addis Abeba e Gibuti, che ha permesso di incrementare significativamente l’export etiopico con la prospettiva di svilupparsi in un corridoio pan-africano idealmente orientato a raggiungere il porto di Dakar, sull’Oceano Atlantico.

Il direttore generale della EDR (Ethiopia-Djibouti Standard Gauge Railways Share Company), Tilahun Sarka, ha al tempo stesso affermato che la ferrovia tra Addis Abeba e Gibuti rappresenta “un esempio vivente della Belt and Road Initiative cinese in Africa”, invitando i governi dei paesi interessati dal futuro transito per raggiungere le sponde dell’Atlantico a collaborare nel perseguimento dell’obiettivo di una rete trans-africana.

La crescita delle relazioni politiche ed economiche della Cina in Africa viene tuttavia osservata con crescente preoccupazione da parte degli Stati Uniti, che, soprattutto nella regione dell’Africa Orientale, hanno da tempo avviato un’azione capillare volta a dissuadere i governi locali dall’intraprendere iniziative economiche con Pechino, nel rischio di incorrere in un processo di progressiva insostenibilità del debito.

In questa chiave deve essere letto anche il recente sesto forum bilaterale tra Stati Uniti e Gibuti, tenutosi a Washington ai primi di marzo e che ha visto la partecipazione del Sottosegretario per gli Affari Africani Molly Phee e il Ministro degli Esteri di Gibuti Mahmoud Ali Youssouf.

I temi discussi nell’incontro hanno interessato ad ampio raggio la collaborazione tra i due paesi, che hanno incluso le perplessità e i timori degli Stati Uniti per la presenza della base navale cinese nel porto africano e la progressiva crescita degli investimenti cinesi nel paese.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here