L’Eritrea è stata uno dei soli cinque paesi che ha votato espressamente contro la risoluzione di condanna dell’aggressione russa all’Ucraina, sottoposta al voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 2 marzo scorso.

La posizione eritrea è dettata al tempo stesso dal tentativo di rafforzare il proprio rapporto con la Russia, in un momento di particolare difficoltà economica e di crescente isolamento internazionale, e di rispondere all’escalation delle sanzioni cui è stata sottoposta per iniziativa degli Stati Uniti e dell’Europa in conseguenza del proprio ruolo nel conflitto del Tigrai.

Il voto alle Nazioni Unite è stato come sempre accompagnato da una corale acclamazione dei molti – quanto assai dubbi – account della diaspora eritrea sui social media, che hanno celebrato la decisione del governo riconoscendola come espressione di una linearità politica impostata al rifiuto del compromesso e dell’ipocrisia.

Il voto dell’Eritrea alle Nazioni Unite rischia adesso di spingere il paese in direzione di un sempre più accentuato isolamento, legando pericolosamente gli interessi del paese a quelli della Russia e, soprattutto, alla continuità del ruolo di governo del presidente Putin.

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