Si è tenuto a Gibuti l’11 marzo il primo scrutinio delle elezioni regionali e comunali, coinvolgendo 529 stazioni di voto aperte ai 215.687 elettori del paese.

Si sono presentate tre liste elettorali: l’Unione per la Maggioranza Presidenziale (UMP) e le due liste indipendenti Wadani Assajog e Sviluppo della Giustizia, per l’elezione dei delegati regionali e comunali dei sei distretti amministrativi di Gibuti. Solo in uno questi distretti, quello di Ali Sabieh, le tre forze erano tuttavia presenti, mentre negli altri cinque la lista UMP ha rappresentato l’unica opzione elettorale.

Scontata in tal modo l’affermazione dei candidati della lista UMP, vicina al presidente Ismail Omar Guelleh, in quella che molti considerano un’anticipazione del risultato elettorale delle prossime elezioni legislative, che si terranno entro la fine dell’anno.

Le autorità gibutiane hanno espresso soddisfazione per l’esito delle elezioni, finalizzate ad incrementare il processo di decentramento delle autonomie locali, sebbene da più parti siano giunte critiche per l’assenza de facto di un vero pluralismo.

Il dominio incontrastato della formazione politica vicina al presidente Guelleh, che da quasi vent’anni domina il potere locale senza alcuna reale alternativa, deriva essenzialmente da due fattori. Il primo è da individuarsi nell’accentramento progressivo delle prerogative del potere nelle mani della cerchia presidenziale, che ha impedito lo sviluppo di ogni reale piattaforma politica alterativa. Il secondo, invece, nell’incapacità delle opposizioni stesse di promuovere la crescita di una leadership adeguata e, non meno importante, di piattaforme condivise e meno polarizzate da lotte intestine. L’aver sistematicamente boicottato tutte le elezioni, senza presentare alcuna proposta condivisibile e percorribile sul piano della politica, ha progressivamente logorato la capacità delle forze d’opposizione, alienandole da un pur insoddisfatto elettorato. Il fronte unitario dell’Unione di Salvezza Nazionale, costituito nel 2014, aveva alimentato per almeno due anni la speranza di una effettiva proposta politica alterativa all’UMP, per poi dissolversi a causa delle lotte interne alla propria leadership.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here