Il 15 marzo il vice presidente del Consiglio Sovrano di Transizione, generale Mohamed Hamdan Dagalo, si è recato in visita a Port Sudan, sul Mar Rosso, per partecipare ad alcune riunioni organizzate con le locali autorità di governo al fine di individuare una soluzione per i crescenti problemi di gestione del porto.

All’arrivo del generale a Port Sudan una imponente manifestazione di protesta è stata organizzata dai lavoratori del porto, che si oppongono alla privatizzazione dell’infrastruttura mediante la sottoscrizione di un contratto con il governo degli Emirati Arabi Uniti.

Pochi giorni prima, infatti, il ministro degli esteri ad interim, Ali El Sadig, aveva annunciato la firma di un accordo con il governo di Abu Dhabi per lo sviluppo di un progetto di cooperazione avente ad oggetto il porto sul Mar Rosso, e per lo sviluppo di infrastrutture stradali e ferroviarie.

I lavoratori dell’industria portuale di Port Sudan avevano contestato la firma degli accordi, sostenendo come gli Emirati Arabi Uniti abbiano una strategia antagonista rispetto a quella delle strutture sudanesi, che verrebbero in tal modo penalizzate da un processo di privatizzazioni a favore di Abu Dhabi.

In particolar modo, le associazioni sindacali del porto sudanese temono che gli Emirati Arabi Uniti possano segretamente manovrare per rendere le infrastrutture sul Mar Rosso non competitive rispetto alle proprie, cagionandone la progressiva chiusura.

Per tale ragione hanno dato vita ad una intensa protesta all’arrivo del generale Dagalo nella città, determinando l’intervento delle forze di polizia. Il vice presidente, nel corso di una conferenza stampa, ha negato che il paese abbia sottoscritto accordi con gli Emirati Arabi Uniti per la privatizzazione del porto, sostenendo di essersi recato in visita a Port Sudan per coordinare gli sforzi di rilancio progettati dal governo a favore dello scalo.

La protesta contro la visita del generale Dagalo si inserisce tuttavia anche nel più ampio solco delle crescenti divergenze con il presidente del Consiglio Sovrano di Transizione, generale al-Burhan, maturate nel corso degli ultimi mesi in conseguenza di quello che i vertici militari ritengono essere un tentativo del generale Dagalo di costruire una propria autonoma sfera di influenza all’interno del sistema di potere.

La recente visita del vice presidente in Russia, e il contestuale rilancio del progetto di apertura di una base navale di Mosca nel Mar Rosso, hanno infatti dato impulso ad un intenso dibattito critico in Sudan, che vede i vertici delle forze armate e quelli delle milizie posizionarsi su posizioni differenti e progressivamente contrastanti.

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