All’unanimità, in una seduta presieduta dagli Emirati Arabi Uniti (31 marzo), il Consiglio di Sicurezza ONU ha approvato la Risoluzione 2628 che sancisce la trasformazione ufficiale di AMISOM (Missione dell’Unione Africana in Somalia) in ATMIS (Missione Transitoria dell’Unione Africana in Somalia): un risultato atteso, caldeggiato dal Segretario Generale Guterres e che ha visto la convergenza anche della Russia – non scontata in questa fase di forte contrapposizione internazionale. Tutti i Paesi membri dell’ONU sono esortati a contribuire alle spese di ATMIS e alle sue necessità logistiche. Queste dunque sin dall’inizio si palesano come importanti ostacoli al buon svolgimento della Missione.
I Paesi membri dell’Unione Africana potranno schierare in Somalia fino a 19.626 unità tra militari, Forze dell’ordine (almeno 1.040) e civili. A partire dal 1° gennaio sarà attuata una riduzione – di una quota di 2.000 unità, ovvero circa il 10% – da completare nel primo trimestre, con ulteriori alleggerimenti nel 2023 e 2024.
La definitiva fine delle operazioni è pianificata al 31 dicembre 2024. Ciò in ragione dei miglioramenti già apprezzabili nel quadro di sicurezza. Resta da un lato la necessità di assicurare “con tutti i mezzi” il contrasto ad Al Shabaab e alle formazioni legate allo Stato Islamico. Dall’altro si ribadisce come il fine sia creare la graduale transizione della responsabilità in materia di sicurezza alle Autorità somale, come già nel Piano di Transizione per la Somalia (STP) del 2018. Rientra in quest’ambito il sostegno al processo politico, locale e nazionale, che si chiede peraltro di completare quanto prima e in maniera pacifica.
Slittata ancora ad ogni modo la conclusione delle nomine per la Camera Bassa prevista al 31 marzo. Restano 6 seggi da indicare per l’HirShabelle e i 16 dell’Oltregiuba. Questi deputati saranno probabilmente eletti entro il 14 aprile, data del previsto giuramento del Parlamento a Mogadiscio.
Il Rappresentante permanente della Somalia presso le Nazioni Unite, Amb. Dahir Osman, ha tuttavia espresso rammarico per il rifiuto opposto alle proposte somale in tema di comando e controllo di ATMIS, sulla componente civile rafforzata e sulla logistica a supporto delle Forze di sicurezza somale. Non vi sarà infatti un comando unificato entro un unico Quartier Generale, né la richiesta quota di almeno il 30% di cittadini somali nella componente civile della Missione, né UNSOS (Missione di Supporto ONU) pur rinnovata appare poter essere al livello delle esigenze operative.
Ciò lascia presagire come il rapporto tra le Autorità federali somale e ATMIS non si discosterà molto – soprattutto nelle fasi iniziali – da quanto sin qui osservato con AMISOM. ATMIS porrà maggiore attenzione alle dinamiche politiche, ma l’idea della sua transitorietà ora così manifesta è un incentivo a resisterle per quanto possibile. Inevitabili saranno dunque le ripercussioni negative anche nel contrasto al terrorismo e alle consorterie criminali che ancora imperversano in specie nell’interno del Paese.
Terroristi di Al Shabaab si sono resi responsabili di nuovi eventi di rilievo, quali l’attacco a una base di Forze locali in Puntland e quelli a un convoglio etiope presso Baidoa e a basi keniote nel Basso Giuba e oltreconfine nel Mandera in Kenya. Attuate misure di sicurezza di emergenza nella base Halane dell’aeroporto di Mogadiscio, per la quale si erano diffuse ipotesi di nuovi imminenti attacchi. Etiopia e Kenya hanno concluso un accordo in tema di sicurezza regionale a Nairobi, che prevede la creazione di una Forza di Pronta Mobilitazione in Africa Orientale (EASF), possibile contrasto sia alle minacce di sicurezza, sia a derive interne.