Nella corsa alle elezioni presidenziali del prossimo agosto in Kenya, i due candidati William Ruto e Raila Odinga conducono una campagna elettorale serrata e senza esclusione di colpi. Gli attacchi personali sono diventati ormai parte della quotidianità del dibattito politico e i sostenitori di William Ruto hanno accusato nel corso dell’ultima settimana il presidente e la sua famiglia di aver accumulato un’ingente fortuna economica nel corso dei due mandati presidenziali di Uhuru Kenyatta.

I sostenitori di Ruto non hanno perdonato al presidente – un tempo alleato del loro candidato – di aver mutato la propria posizione politica ed essersi oggi apertamente schierato a favore di Odinga, accusandolo di corruzione e incapacità di gestione delle risorse pubbliche.

Ad alimentare il malcontento e la protesta ha contribuito anche la grave crisi che ha colpito il settore energetico, e soprattutto quello della raffinazione dei carburanti, ormai scarsi tanto nelle stazioni servizio quanto nelle centrali di produzione dell’energia elettrica.

La scarsità di carburante di queste ultime settimane, senza precedenti nella storia del paese, ha provocato una forte riduzione nella distribuzione degli alimenti e delle merci e minaccia adesso di paralizzare l’intera filiera produttiva del Kenya.

Andrew Kamau, il segretario principale del Ministero del petrolio e delle miniere, ha attribuito la crisi al ritardo nel pagamento di 13 miliardi di scellini (circa 112,95 milioni di dollari) di fondi di sovvenzione ai commercianti di petrolio da parte del governo.

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