Almeno 10 persone sono rimaste uccise e 7 ferite a Mogadiscio in una esplosione in danno di un ristorante (22 aprile). Un kamikaze è entrato in azione, presumibilmente per attentare alla vita di 11 deputati e del Capo della Polizia Abdi Hassan Mohamed Hijaar – tutti in quel momento nel locale, ma illesi. All’azione del kamikaze è seguita una seconda esplosione e l’irruzione di miliziani armati; l’evento è stato rivendicato dalla rete terrorista Al Shabaab.
Altri eventi di sicurezza sono avvenuti nel Mudug, dove unità delle Forze speciali hanno condotto una operazione di riconquista di villaggi nell’interno. I terroristi sono invece avanzati nel distretto di Mataban, centro strategico lungo la strada tra Mogadiscio e il centro-nord del Paese.
Il rischio inerente di nuovi attacchi da parte dei militanti è innalzato per le settimane a venire, cruciali nella vita politica somala. Le sedute in programma a Mogadiscio dal 27 aprile per l’elezione dei Presidenti dei due rami del Parlamento si terranno dunque nella base fortificata dell’aeroporto, secondo quanto alcuni deputati hanno chiesto al Presidente ad interim del Parlamento. La decisione è resa necessaria dal quadro di sicurezza, ma è un passo indietro simbolico di un decennio.
Le Istituzioni stesse restano peraltro divise quanto ai prossimi passi. Il processo di nomina degli ultimi deputati attesi è fissato al 25-26 aprile, ma la Corte Suprema non ha accolto il ricorso promosso da Fahad Yasin per l’omologazione della sua elezione, una sconfitta personale ancor prima che procedurale; da questo punto di vista anzi la decisione della Corte di dichiararsi non competente può rendere più arduo risolvere i contenziosi aperti. Attorno al consigliere del Presidente Farmajo è in atto uno scontro di potere che contrappone la fazione presidenziale a quella raccolta intorno al Premier Roble. Se non troverà soluzione, questa tensione peserà anche sull’elezione del Presidente del Parlamento e poi del Capo dello Stato.
I problemi che quest’ultimo è chiamato ad affrontare attendono da tempo una soluzione. I maggiori sono: le conseguenze della siccità e la carestia che minaccia alcune centinaia di migliaia di persone; l’aumento del debito nazionale; il rapporto con i Presidenti degli Stati federali e con la Missione ATMIS (Missione di Transizione in Somalia dell’Unione africana); infine la ricostruzione economica in un quadro ancora polarizzato anche se più dinamico rispetto al passato. Sicurezza, riconciliazione politica, lotta alla corruzione e inquadramento stabile in politica estera ne sono le precondizioni su cui operare delle scelte decise.