Il ministro degli esteri dell’Eritrea, Osman Selah, e il consigliere presidenziale, Yemane Ghebreab, si sono recati in visita ufficiale a Mosca il 27 e il 28 aprile, su invito del ministro degli esteri russo Sergey Lavrov.
Nel corso dell’incontro con il ministro degli esteri russo sono state spiegate le ragioni dell’intervento di Mosca in Ucraina ed è stato fornito un aggiornamento sul corrente andamento delle operazioni militari, mentre nella conferenza stampa congiunta il ministro degli esteri Saleh ha richiamato la posizione dell’Eritrea, che invita i due paesi a individuare una soluzione bilaterale del conflitto.
Lavrov ha affermato come l’approccio pragmatico dell’Eritrea in ogni ambito della politica internazionale sia risultato positivamente fruttuoso, mentre il ministro Saleh ha affermato che “i signori dell’ordine unipolare stanno lavorando in fuorigiri per destabilizzare e portare sotto il proprio controllo ogni paese, così come per destabilizzare sistematicamente ogni cooperazione tra questi, e in questo schema complessivo l’Eritrea resta il loro obiettivo primario”.
I colloqui tra i due ministri degli esteri hanno poi avuto ad oggetto le questioni del Corno d’Africa, e in particolar modo l’evoluzione della crisi nello stato regionale etiopico del Tigrai e più in generale gli sviluppi nella regione.
La Russia e l’Eritrea hanno infine concordato in merito alla necessità di incrementare le proprie relazioni politiche, economiche e culturali, lavorando soprattutto sul commercio, gli investimenti e la formazione.
La visita di Saleh a Mosca si inserisce nel solco del rinnovato rapporto tra l’Eritrea e la Russia, che ha portato l’Asmara – unica nel continente africano – a votare contro la risoluzione di condanna della Russia al Consiglio di Sicurezza dell’ONU lo scorso marzo.
L’Eritrea, gravata da nuove sanzioni e in difficoltà sul piano internazionale in conseguenza del ruolo assunto nel conflitto in Etiopia, guarda oggi alla Russia con rinnovato interesse nell’intento di aggirare l’isolamento internazionale e alleviare le pesanti conseguenze della crisi economica. La Russia, al tempo stesso, considera l’ipotesi di stabilire in Eritrea un avamposto logistico per la propria marina militare, considerando tanto l’opzione di Massaua quanto quella di Assab come possibili approdi.