In occasione delle festività dell’Eid al-Fitr – le celebrazioni della fine del mese sacro del Ramadan – il presidente del Consiglio Sovrano di Transizione, generale al-Burhan, e il vice presidente, generale Dagalo, hanno rivolto un invito alla nazione e ai partiti politici sudanesi un invito per la promozione del processo di riconciliazione nazionale e di ripristino della stabilità.

Nell’ambito del discorso alla nazione, il generale al-Burhan ha affermato come le forze armate e gli altri apparati della sicurezza svolgeranno un ruolo attivo nel promuovere qualsiasi soluzione per individuare e completare le strategie di transizione politica del paese. Tali affermazioni sono state interpretate dalle forze politiche di opposizione come l’ulteriore conferma di una decisa volontà dell’apparato militare di non volersi fare da parte, continuando a rappresentare l’elemento di vertice della politica e dell’economia nazionale.

L’appello alla nazione è stato lanciato in una fase particolarmente critica della politica sudanese, caratterizzata dal perdurare della protesta delle organizzazioni politiche di opposizione al governo militare, e dalla ripresa degli scontri e delle violenze nella regione del Sudan, dove le Forze di Supporto Rapido al comando del generale Dagalo sono accusate in modo sempre più insistente di aver istigato alla violenza nello specifico intento di perorare i propri interessi politici ed economici in loco.

A dispetto delle istanze dell’opposizione politica, tuttavia, continua ad essere sistematicamente ignorata dalle autorità militari la richiesta di una integrazione delle Forze di Supporto Rapido nell’ambito delle forze armate, paralizzando qualsiasi posizione di dialogo. È evidente, infatti, come il generale Dagalo si rifiuti categoricamente di accettare tale richiesta, interpretandola come una minaccia esistenziale agli enormi interessi economici e politici connessi alle milizie Janjaweed (dal nome con cui sono conosciute in Darfur le unità delle Forze di Supporto Rapido).

Tale posizione ha determinato un conflitto anche nei rapporti tra il generale Dagalo e il generale al-Burhan, costringendo quest’ultimo ad assumere una difficile posizione di equilibrio, costruita da una parte sulla volontà di non pregiudicare gli interessi delle forze armate, e dall’altra sulla necessità di individuare una soluzione politica che impedisca il collasso del paese. Le divergenze tra il presidente e il vice-presidente si sono acuite nel corso degli ultimi mesi, anche nel merito delle alleanze internazionali e soprattutto nel rapporto con la Russia e gli Emirati Arabi Uniti.

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