A seguito delle accuse formulate dalla BBC la scorsa settimana nei confronti delle milizie Amhara presenti nella regione del Tigrai occidentale, in Etiopia, l’Università di Gondar ha pubblicato un rapporto che smentisce tali accuse, ritenendole infondate.

Secondo l’ateneo della regione dell’Amhara, infatti, le rivelazioni pubblicate dalla BBC la scorsa settimana sarebbero pive di alcun reale fondamento, smentendo fermamente la notizia secondo la quale alcune fosse comuni sarebbero state dissotterrate per procedere alla distruzione dei corpi ivi tumulati.

Con una nota diramata il 9 maggio, l’Università di Gondar ha comunicato di aver svolto nel corso dell’ultimo anno una approfondita ricerca sulle violazioni dei diritti umani nella regione, e in particolar modo sulla popolazione Amhara residente nelle aree del Wolkait, Tegede e Telemt.

Tali ricerche avrebbero dimostrato come l’azione delle forze del TPLF avrebbero sistematicamente condotto violazioni dei diritti umani a danno della popolazione locale, provocando la morte di numerosi abitanti delle aree interessate, che sarebbero stati poi interrati in fosse comuni disseminate in più punti della regione.

Tale condotta sarebbe stata perpetuata ininterrottamente sin dalla metà degli anni ’90 in conseguenza dell’annessione forzata di tali aree al territorio del Tigrai.

L’università di Gondar definisce pertanto le accuse mosse dalla BBC come del tutto infondate e frutto di una manipolazione della realtà, come dimostrato dalla propria attività di investigazione sul campo e dall’analisi dei reperti e dei resti umani identificati nelle numerose fosse comuni.

Nessuna fossa comune contenente resti di cittadini tigrini sarebbe mai stata individuata dal team dell’Università di Gondar, definendo al contrario come propaganda le accuse da parte del TPLF del dissotterramento e della distruzione dei corpi, così come riportate dall’articolo della BBC.

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