Le notizie di questa settimana dall’Etiopia gettano più ombre che luci, sia per la loro attendibilità che per la reputazione dei vari attori. Da una parte in Tigrai sembra che il TPLF abbia deciso di rilasciare più di 4000 prigionieri di guerra e che allo stesso tempo numerosi aiuti alimentari stanno finalmente giungendo, per la seconda settimana di fila. Dall’altra parte ad Addis il governo federale ha deciso di iniziare un programma di registrazione delle armi da fuoco nell’Amhara per arginare il crescente potere delle milizie Fano mentre fonti tigrine accusano Abiy di prepararsi alla costruzione di un nuovo palazzo governativo da 1 miliardo di dollari.

Tuttavia alcune di queste notizie sono state smentite, mentre per altre non vi è ancora nessuna conferma di terze parti e, dato che la propaganda è parte integrale del conflitto, i dubbi sono numerosi.

Il governo del Tigrai, tramite il portavoce Getachew Reda, ha fatto sapere il 20 maggio che ben 4208 prigionieri di guerra verranno rilasciati. Di questi 401 sono donne di cui un numero imprecisato era incinta al momento della cattura, un’atrocità su cui un organismo indipendente dovrebbe investigare ma che se confermata porrebbe il governo federale in cattiva luce. Tuttavia, il TPLF ha affermato di voler consegnare i prigionieri consegnandoli al confine alla Croce Rossa Internazionale, la quale però tramite la propria portavoce per l’Africa, Alyona Synenko, ha negato di avere ricevuto una simile comunicazione.

Il governo del Tigrai fa sapere che la decisione è stata presa di concerto con il mediatore inviato dall’Unione Africana Olusegun Obasanjo, ad ogni modo né costui né il governo federale hanno commentato il fatto.

Per quanto riguarda il Tigrai, inoltre, il World Food Programme afferma che questa settimana sono arrivate più di 10,000 tonnellate di aiuti alimentari con ben 163 camion, il convoglio più numeroso sin dall’inizio del conflitto. La notizia è stata rimbalzata dall’agenzia governativa Fana Broadcasting mentre ancora si attende una conferma da parte del TPLF.

In Amhara sembra invece che l’alleanza fra Abiy Ahmed e l’élite regionale sia finita: numerosi arresti di militari ed attivisti sono accaduti e sono ancora in corso questa settimana. Il governo federale ha promulgato un decreto per cui si richiede la registrazione delle armi da fuoco nella regione nel giro di quattro giorni, la versione ufficiale è di voler diminuire il banditismo ma la mossa è chiaramente volta alla mappatura e al disarmo delle milizie Fano, coinvolte in numerosi abusi dei diritti umani secondo alcune ONG e il vero braccio armato degli Amhara nel conflitto. Tuttavia né il TPLF né il governo federale hanno commentato sull’accaduto, la fine dell’alleanza sarebbe comunque uno spartiacque del conflitto.

Per quanto riguarda Abiy, inoltre, fonti tigrine affermano che si starebbe preparando la costruzione di un nuovo palazzo governativo da 1 miliardo di dollari: una notizia che speriamo sia solamente propagandistica ma che sarebbe sconcertante data la carestia e la quantità di sfollati nel paese dopo 18 mesi di conflitto.

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