In un clima già molto teso per la paura di possibili scontri a cause di queste elezioni, e in un contesto di crisi interna delle due coalizioni che si fronteggeranno questa estate in agosto, su internet si combatte un’altra battaglia. La — ormai celebre — lotta contro la disinformazione e l’avvelenamento dei pozzi. Da settimane circolano notizie false sui due candidati principali delle lezioni, Raila Odinga e William Ruto. Da quando i due candidati hanno scelto i propri vice, nel corso delle ultime settimane, questi ultimi sono anch’essi diventati protagonisti di queste fake news.
Come riportato dalla BBC, la quale ha cercato di fare una mappatura delle principali fake news, il tema più ricorrente riguarda presunti endorsement ai candidati presidenziali.
Un video molto celebre è quello che ritrarrebbe il presunto endorsement dell’ex presidente degli Stati Uniti d’America, Barak Obama, rivelare un quadro ritraente William Ruto. Un falso, questo, basato su un video dell’ex presidente allo Smithsonian di Washington nel 2018.
L’altro fronte avrebbe messo in bocca parole al candidato vice president di Ruto, Rigathi Gachagua, che avrebbe dichiarato di voler smantellare la Safaricom (la principale azienda di telecomunicazioni keniana) e distribuire i soldi alla popolazione come mancetta elettorale. Su questa fake news ne sarebbe poi sorta un’altra — con un effetto Matrioska — dove la Safaricom stessa avrebbe preso le distanze e condannato le frasi di Gachagua rivelandosi anch’essa una fake news.
Come è tipico di ogni paese, anche dal fronte della politica sono arrivati informazioni fuorvianti o addirittura false. Un senatore avrebbe twittato che l’attuale presidente Uhuru Kenyatta, impossibilitato dalla costituzione a partecipare nuovamente alle elezioni in quanto ha fatto già due mandati, il limite imposto dalla costituzione, sarebbe però idoneo alla carica di vice presidente. Ciò in quanto l’articolo 137(1) della costituzione del Kenya non dice nulla a riguardo della carica di vicepresidente. L’articolo che ne parla però c’è, ed è il 148(1) che dice esplicitamente che il vice presidente, come prevedibile, deve essere anche idoneo alla carica di presidente stesso.
Anche il Kenya sta sperimentando il grande male subito dalle democrazie mondiali nell’epoca del digitale, la post-verità. Il paese ha già sofferto in passato per l’acuirsi di scontri a seguito delle elezioni, e gli avvelenatori di pozzi, con le loro fake news, potrebbero avere l’effetto di radicalizzare questi sentimenti.